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Turpin prudente e grave partí zitto con la sua cappa magna e il pastorale, dicendo: Un bel tacer non fu mai scritto. Benediceva il mondo universale, ed alla mensa vescovil, che vitto pareva d'Epicuro, la morale rammemora del frate, disprezzando gli stravizzi del secolo nefando. Ma dove scorro? Io chiedo umil perdono a Turpin, che dal ciel forse m'ascolta.

Sempre avanti!... Tribolaveno: E l'America? ! Vattela a pîa! E poi, co' tante bocche che magnaveno, Magna, magna, se sa, pe' quanto sia, Le proviste più stava e più calaveno. Per cui, qui, dice, è mejo a venì' via. E defatti, capischi, un po' pe' vorta Cominciaveno a ': Ma dove annamo? Ma st'accidente qui, dove ce porta?

TRAPPOLINO. Che te manca? non me vedi? MALFATTO. Sai? lo vorria, adesso che me aricordo, quello delli quatrini. TRAPPOLINO. Se non me dici altro, tu starai di fuori. MALFATTO. Non cognosci tu quell'uomo grande cosí, che me parlava ieri? TRAPPOLINO. Tu devi essere qualche pazzo. LUZIO. Tu l'hai a punto indovinato. MALFATTO. , sono la merda! TRAPPOLINO. O va' magna, va'. Bona sera.

Tuttavia, quantunque il matrimonio si celebrasse in famiglia, Prospero Anatolio non volle perdere l'occasione di stringere qualche influente legame; i testimoni furono scelti fra i pezzi grossi delle due Camere, e dovevano arrivare in pompa magna, il giorno stesso della firma e della benedizione.

E la cagione fu però che Lodovico duca di Baviera, dagli elettori della Magna eletto in re de' romani, e venendo per la sua coronazione a Roma, contra il piacere del detto Giovanni papa essendo in Roma, fece contra gli ordinamenti ecclesiastici un frate minore, chiamato frate Pietro della Corvara, papa, e molti cardinali e vescovi; e quivi a questo papa si fece coronare.

«Coena levis vel coena brevis, fit raro molesta; Magna nocet, medicina docet, res est manifesta». Quelle paterne accoglienze avevano un po' consolato il giovinetto. E lo avevano anche ammaestrato a fare un risparmio più grande nelle spese dello stomaco. La domenica era l'unico giorno in cui egli mangiasse. Gli altri giorni, una coppia di pani, con due soldi di cacio, era tutto il suo scialo.

Ed indicava Bruto e Catone che dalla loggia del palazzo proconsolare guardavano con indifferenza e brutto sogghigno la turba insultante e fremente. Mi sdegno con quei due e con quel seguito di congrega; e che , sono pochi ed hanno ammaliato tanti! ma guarda veh! soggiunse in tono profetico, ha da venire anche per loro il Dies magna. Et amara valde.

Sotto a questa, su scanni bassi, i vescovi in abiti monastici o sacerdotali, dall'altro lato i cardinali tutti con la cappa magna rossa, scendente sul tappeto verde e, accoccolati quasi per terra dinanzi a loro, i caudatarj in veste violetta.

Tutti sanno che al tempo di questa narrazione, le veglie del teatro Carlo Felice si tenevano soltanto nelle sale del Ridotto. Le signore eleganti salivano in pompa magna a darvi una scorsa, o mettevano una mascheretta al viso, e un domino di seta sulla loro abbigliatura da teatro, onde era facile il riconoscerle, come se fossero andate a fronte scoperta.

Ciò detto, il Presidente si volse ad uno dei volonterosi di cappa magna e gli ordinò di introdurre il Venerando Fabbristol. L'apparizione del nuovo personaggio fu salutata da triplice acclamazione.