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I germanici sono i più prepotenti, continua la donna nel buio. Quando un germanico d

Morí quindi glorioso il papa, e gli successe, non senza contrasti in Roma, Onorio II. E morí Arrigo V, partecipe anch'egli di quella gloria di pacificatore, e, per ciò almeno, miglior del padre. E morto esso senza figliuoli, morí con lui la prima, la vera casa Ghibellina. Federigo pretese al regno germanico; ma prevalse nell'elezione Lotario di Suplinburga; e s'aprí la guerra.

Ma in questi giganteschi disegni non si teneva conto dello spirito germanico; la Riforma, questo grande fatto liberatore, diede nel momento opportuno un gran colpo al Cesaropapismo di quell'arbitro del mondo. Essa fu il risultato di un secolare processo svoltosi nella Chiesa e nell'Impero; suoi precursori furono tanto gli antichi Imperatori germanici che combatterono l'assolutismo e il potere temporale dei Papi, quanto gli eretici evangelici che avevano combattuto il dogma, la gerarchia e la supremazia spirituale esclusiva del pontefice. L'idea romana dell'accentramento fu soverchiata e soffocata dal principio della libert

Ma sono fatti storici evidentissimi, che l'imperio fu primamente e lungamente de' romani e degli altri italici; che la civiltá fu primamente, lungamente, esclusivamente tutta italica; e che, se alquanto del sangue de' signori italici si mescolò con quello de' sudditi occidentali, mescolatisi poi l'uno e l'altro col sangue germanico, quel sangue signorile non si mescolò in Italia se non una volta sola col sangue nuovo germanico.

Si afferma che Bosco e De Felice lasciarono somme a Balestrate e a Monreale; che una amica di Barbato, aveva accennato a soccorsi francesi; che fossero stati pagati i viaggi di Cottonaro da Valguarnera... Al questore Lucchese risulta che i fondi vengono dall'estero, specialmente dal partito socialista germanico; all'ispettore Marzullo consta che i membri del Comitato erano sovvenuti largamente da mano ignota.

È deliberato che i poeti non abbino ad imbroccarne una sola. Lo stendardo Germanico, finchè è nelle mani di un re, rappresenter

Egli credeva di conoscere a fondo le lingue straniere, ma giunto in Francia, s'accorse che non sapeva il francese; toccato il suolo germanico, dovette convincersi che non c'era anima viva che capisse il suo tedesco; al di qua delle Alpi, fu costretto a riconoscere che nessuno intendeva lui e ch'egli non intendeva nessuno. Ciò lo metteva in qualche imbarazzo circa alla sua missione a Valduria.

Sebbene però il Germanico Cesare avesse riposto lo scettro nelle mani di Francesco secondo Sforza, non è però a dirsi che questi le tenesse libere e sciolte come a sovrano signore si conveniva. Antonio De-Leyva, che sotto colore di rimanersi a difesa del Ducato pel caso d'una temuta invasione delle armi Francesi si stava a Milano a capo di molte schiere imperiali, teneva il Duca in quasi totale soggezione: era De-Leyva uno spagnuolo vigilante, ardito, prepotente, odiato da tutti per le estorsioni da lui commesse nel suo lungo soggiorno in questo paese, il quale non aveva altro di mira che di affievolire la podest

Da principio, tanto ero assorto nella contemplazione dei caschi, che non avevo quasi badato ai volti di quelle Frisone, che hanno fama di essere le più belle donne dei Paesi Bassi, di discendere in diritta linea dalle antiche sirene del Mare del Nord, e di aver fatto andare in visibilio il gran cancelliere dell'Impero germanico; il quale non dev'essere di natura molto facilmente eccitabile. Riavuto dalla prima meraviglia dei caschi, mi diedi a considerare le persone; e debbo dire che ne vidi, come in tutti gli altri paesi, pochissime belle, ma queste degne veramente della fama. Son donne la maggior parte di alta statura, di larghe spalle, bionde, bianche, diritte come palme e gravi come antiche sacerdotesse, alcune di mani e piedi molto piccoli, e malgrado la loro gravit

Qui, nel momento in cui l'uomo poderoso prende il mare, per tentare gli Dei per la seconda volta, a me sembra che una voce gli gridi dietro: «La triste, eterna legge del fato dispone per tutte le cose, che quando esse hanno raggiunto l'apice, ricadano nel fondo più presto di quanto sono salite». La voce è quella di Seneca, di quell'antico uccello della disgrazia, che ha un diritto speciale di lanciare dietro a Napoleone questa massima, poichè egli vide finire in modo terribile i grandi della terra, l'imperatore Tiberio, l'imperatore Caligola, l'imperatore Claudio e Cesare Germanico, poichè egli rimase per otto anni in esilio in Corsica e studiò la saviezza e conosceva la natura per esperienza profonda, e così poteva predire pure la fine delle cose napoleoniche.