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Certo, non vi sarebbero più invasioni straniere e cesserebbe questa vita d'inferno, che si vive, per colpa di costoro, e di governi come loro pessimi, che li proteggono, e di una generazione d'imbecilli che li tollerano.

Calpesta sotto i piedi le paure di chi ti governa; cotesta è gente a pancia grossa e molto interessata, com'è naturale, a salvarla dalle prepotenze straniere o dalla fame interna. Nell'avvenire, però, non sarai insultata: ne rispondono le generazioni che sorgono bambine, nell'ultima met

Alberto Mario continuò: «Tutto codesto, o Italia, ci facesti conoscere, dicono le genti straniere, e ci ripeti tuttodì, con mille bocche, e tutto codesto è gloria, grandezza, magnanimit

Dunque volgendo al caro albergo i passi Per varchi chiusi a le straniere genti, Ampia sala trovò, per onde vassi In loggia aperta a lo spirar dei venti: Quì con la vecchia madre Egina stassi Splendida in gonna di tessuti argenti, E con l'eburnee mani ordiva rete Di fila aurate, e di cerulee sete.

! li ho veduti io colle loro facce rubiconde dalle vivande e dal vino questi scarafaggi marciare davanti le colonne straniere col crocifisso alla mano, servendo loro di guida e sorridendo alla folla dei villani da loro ingannati come se avessero voluto dire: «Qui noi vi conduciamo i liberatori!

Non possiamo negare che in fatto di letterature moderne straniere il Cesarotti vide talvolta piú addentro d'ogni altro suo contemporaneo italiano. Nato piú per esser filosofo che per esser poeta e libero di molti pregiudizi, il Cesarotti avrebbe potuto riformare assai tra di noi l'arte critica, se si fosse dato a studi piú profondi.

Allo intento delle mire rivoluzionarie facevano ostacolo le truppe straniere al servizio della Santa Sede, e di preferenza gli animosi zuavi. Castel Sant'Angelo, baluardo del Vaticano, ben guardato e difeso, non offriva modo ad aversi con un colpo di mano.

«Dovrei dunque rinunziare alla mia vendetta, perchè i suoi interessi stanno uniti a quelli d'Italia? Intanto mora egli, all'armi straniere provvedemmo.» «Distruggere gli stranieri non riesce così agevole come chiamarli; e voi con incerta speranza apportate al vostro paese danno certissimo.» «Disperisi l'anima di mio padre! Lo avreste voi fatto

Garibaldi fu costretto a parlare dal balcone dell'Albergo: disse di andare superbo di quella dimostrazione che lo assicurava dello amore della gioventù per l'Italia, pronta a liberarla dal fango nel quale le potenze straniere volevano cacciarla; concludendo così: «Ho chiesto un milione di fucili ed oggi vi dico che bisogna formare la Nazione armata per essere padroni dei destini della patria nostra».

Colla morte di Annibale Perrone la scienza ebbe a rimpiangere una forte speranza spenta troppo presto per l'onore della patria. Amici, colleghi, discepoli, corpi scientifici, riviste italiane e straniere ripeterono per un anno l'elogi che segue ai valorosi e benemeriti cittadini; un busto di marmo fu innalzato nel cimitero dov'è sepolto... ma ad altre cose ebbe poi a pensare il mondo.