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, e della medesima mano del padre d'Ebro. Ma non me la ricordo mica così bene che l'altra. Diceva, in sostanza: che S. M. Taddeo poteva contare che l'appello alla sua affezione non resterebbe senza effetto, poichè trattavasi non solamente di consolare e rassicurare un parente, ma di punire uno scellerato lo scellerato ero io e di salvare una dinastia; che S. M. Claudio III accomoderebbe le cose di maniera che tutto fosse salvo: l'onore, la dignit

Dei distratti ne ho conosciuti parecchi dal Dondini che si dimenticava del suo casato al Desanctis che si scordava d'essere ministro ma non ho incontrato mai un distratto perfezionato quanto il dottore Claudio Gemelli, mio compagno di studi, nel senso che non si studiava nessuno dei due.

E non puoi esserci tu, moglie di console, segnatamente dopo che le donne di casa Claudia, tua sorella e tua cognata, hanno mostrato di voler fare lo stesso? Ed io, mamma? Tu? sentiamo un poco che cosa sei tu. Non sarò io moglie, appena torni il babbo, a Caio Claudio Pulcro, mio cugino, eletto e consacrato

E Claudio, con voce malinconica: E non aveva che quello, di maschi? Martino Cianchetti. Pochi artisti comici hanno avuto più miseria del povero Martino Cianchetti che, dopo avere tante volte indossato un'assisa di maresciallo, un manto reale, oggi è ridotto a fare il conduttore sopra una linea di tranvai.

Poussin, Claudio, Salvator Rosa sarebbero certo qui venuti a trarre per le loro marine l'ispirazione. Nulla vi ha qui di epico, di eroico, di grandioso, di ardito, di bizzarro, di fantastico. Tutto v'è ampio, largo, indeciso, ma tranquillo, pieno di dolcezza, idillico insomma.

Qui, nel momento in cui l'uomo poderoso prende il mare, per tentare gli Dei per la seconda volta, a me sembra che una voce gli gridi dietro: «La triste, eterna legge del fato dispone per tutte le cose, che quando esse hanno raggiunto l'apice, ricadano nel fondo più presto di quanto sono salite». La voce è quella di Seneca, di quell'antico uccello della disgrazia, che ha un diritto speciale di lanciare dietro a Napoleone questa massima, poichè egli vide finire in modo terribile i grandi della terra, l'imperatore Tiberio, l'imperatore Caligola, l'imperatore Claudio e Cesare Germanico, poichè egli rimase per otto anni in esilio in Corsica e studiò la saviezza e conosceva la natura per esperienza profonda, e così poteva predire pure la fine delle cose napoleoniche.

Quel gran re di Taprobana, a cui per fortuna di mare fu trasportato un liberto, cioè Annio Procamo, finanziere de' dazi del Mar Rosso, a tempo di Claudio imperadore, da' racconti di questo uomo, che gli narrò la grandezza dell'impero romano, non prese motivo di maraviglia, se non quando vide ed esaminò le monete romane, e le trovò tutte d'una bontá e peso, benché d'impronti diversi, e per conseguenza fatti da piú d'un principe o magistrato; dal che argomentando la giustizia di grandi monarchi, mosso però da disiderio d'averne amicizia, mandò a Roma quella solenne ambasciata, che Plinio diffusamente racconta al capitolo 22 del sesto libro.

Se Vostra Altezza non me l'avesse detto, lo avrei indovinato che quella scritta usciva da un'officina clericale, ed era stata mandata da un sovrano. Ebbene, quest'infame lettera ebbe il suo effetto. Si dètte alla donzella il duca di Balbek per cavaliere di compagnia, ed il re Claudio rispose per un'epistola sul medesimo tono e stile. Vostra Altezza non

Cinque anni sono scorsi dall'asciolvere della principessa Bianca col duca di Balbek nella galleria delle due cascate. Grandi avvenimenti sono occorsi. Claudio III è morto. Il duca di Balbek è ambasciatore di suo figlio, re Comodo V, presso la Corte delle Tuileries¹. ¹ Scommettiamo che qui si tratta di Ferdinando II di Napoli, fratello di Cristina.

Claudio ebbe troppe mogli legittime per aver molte concubine e quelle che si pagò, più per capriccio che per amore, non furono troppo note perchè ne restasse traccia nella storia.