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Trentacinque milioni di francesi riceverono per telegrafo la notizia, che il loro stato aveva cambiato regime, e si conformarono senza resistenza al nuovo ordine. Predominò l'apparenza, che in questo stato accentrato non sarebbe sorta la questione, decisiva in ogni paese germanico, del come si sarebbero comportate le provincie davanti al colpo di mano della capitale. Ma, col fatto, la volont

Da un decennio la scienza tedesca era profondamente penetrata, per la prima volta, nella vita francese. Dollfus e Taine, Renan e Laboulaye si fecero avanti come apostoli dello spirito germanico.

Il duce germanico, Odoacre, avendo, nel 476, messo fine all'esistenza dell'Impero romano d'Occidente ed essendosi proclamato primo re d'Italia, governò con saggezza e fermezza in Ravenna, quando fu attaccato da Teodorico. Per tre anni si difese gagliardamente; obbligato, infine, ad arrendersi, fu massacrato nel suo palazzo per ordine del vincitore, nonostante i patti della capitolazione.

Le quali poi in Italia venner da altro, e appunto in bel mezzo della presente dinastia. Eletto dunque re in Germania Corrado duca di Franconia, egli rimaneva, secondo il diritto germanico, re d'Italia. Ma non secondo il diritto italico. I tedeschi eran venuti piú e piú a noia. Appena saputa la morte di Arrigo il santo, i pavesi avean a furia di popolo distrutto il palazzo regio di lor cittá.

Il Governo della Difesa non voleva e non doveva concedere il pegno materiale richiesto e non poteva, provvisorio com'era e revocabile ad ogni istante, dar sicurezza morale. L'esercito Germanico s'avviò a Parigi.

Ravenna ha visto, difatti, la caduta dell'Impero romano, il primo insediamento del regno germanico sulle rovine della potenza dei Cesari, i sessant'anni della supremazia degli Ostrogoti, i due secoli del dispotismo bizantino, e ne conserva inapprezzabili ricordi.

Sconfitto dall'esercito Germanico il Francese che volle e non seppe assalire, resosi prigione l'Imperatore e sorto in Parigi, nell'assenza d'ogni potere, un Governo provvisorio che si disse timidamente repubblicano, ma non fu in sostanza che Governo della Difesa, avremmo noi tutti voluto che fosse cessata la guerra. La Germania nol volle e, dobbiamo confessarlo, difficilmente il poteva.

Lo condussero prigioniero a Cartagine. La terribile marcia attraverso il deserto, a piedi, legato alla sella di un centurione germanico, uomo senza cuore, brutale, che spronava il proprio cavallo, per costringere il prigioniero ad una corsa veloce, sulla sabbia infuocata, su pietre che bruciavano, attraverso a valli anguste, su rapidi pendii.

Peggio che mai, quando invecchiato lasciò il governo a Seiano, e andò a marcire nei segreti di Capri, dove finí. Guerreggiò in Germania ed Asia; non egli, dopo che fu imperatore, ma pe' suoi capitani, fra cui principale, e perciò odiato, Germanico figlio di suo fratello. Sotto lui furono ridotte a provincia Cappadocia e Comagene.

Il professore, prima di venire a trattare di quanto era rimasto della grand'opera di Carlomagno, degli avanzi della legge salica, della ripense, della borgognona ecc., e di risolvere se i capitolari fossero tolti dal diritto romano, ciò che formava l'oggetto principale della lezione di quel , facendo precedere una digressione storica, aveva cominciato ab ovo, vai dire dalla divisione del regno dei Franchi dopo la morte di Pipino; poi toccato, in passando, di Carlomanno e della sua morte, entrò finalmente a parlare di Carlomagno, della sua puerizia, del suo carattere in tutto germanico, della sua incoronazione, della prima guerra d'Aquitania, delle cagioni che prepararono le sue conquiste, della caduta del regno dei Longobardi.