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In Francia, l'Impero, per le condizioni inerenti al sistema e appunto per l'obbligo che ad esso correva di far dell'esercito un'arme, non della Nazione ma d'un partito pericolante, ha diminuito nel soldato, naturalmente prode, la coscienza e l'entusiasmo del cittadino e allentato, dove quella coscienza è rimasta, il vincolo di fiducia tra soldati e capi senza il quale le vittorie non sono possibili. Il sistema del cambio, violazione dell'eguaglianza e della missione dei cittadini incoraggiata dai bisogni crescenti delle finanze imperiali, s'era negli ultimi anni aggravato di corruzione fatale alla forza delle file: la somma versata come sostituzione al servizio era presa; il cambio non curato, e le cifre pagate dal Ministero di Guerra rappresentavano un vuoto considerevole nella cifra reale dei soldati. I capi erano scelti a seconda, non del merito o della moralit

Ecco in che consisteva la cosa. Aveva egli spedite secretamente due ambasciate, l'una a Francesco I re di Francia, l'altra a Carlo V imperatore, all'uno per invitarlo a scendere in Italia e impossessarsi del Milanese, al che sapeva quanto caldamente aspirasse, colla promessa d'aprirgli un passaggio sicuro e secondarne le armi, purchè mandasse una parte dell'esercito a soggiogare i Grigioni; all'altro coll'offerta di cedere la Brianza, di non più molestare il Ducato, e tenere Musso e il paese circonvicino in suo nome, a condizione che lo investisse dei titoli imperiali di Signoria, e comandasse la pace al Duca ed agli Svizzeri.

E cosí, incominciando, dico: Una oncia di pur'oro è, over fa denari 24, e questi denari 24 fanno grani 576; e, partendo ciascun grano in quattro parti, il tutto di essi grani ascenderá alla somma di 2304 quarti di grani; e, valendo la detta oncia d'oro lire 72 imperiali, il denaro valerá lire 3, e il grano soldi 2 denari 6, e il quarto del grano valerá denari 7-1/2.

La prima volta questa donazione occorre rammentata nella lettera di Adriano I a Carlomagno per destare in costui la gara della larghezza: ne affermano fattore quell'Isodoro il quale di peccatore, che si chiamava prima si trasformò in santo Isidoro e mercatore. Tra le altre cose si diceva in essa: «noi attribuiamo alla sede di Pietro tutta la gloria, e tutta la potenza imperiale. Noi diamo a Salvestro ed ai suoi successori il nostro palazzo di Laterano, la nostra corona, e tutte le nostre vesti imperiali, la citt

E per facilitare a tutti l'ordine proposto, ho posto qui in disegno due sorti di monete, una d'oro e l'altra d'argento, con le note inscritte nei luoghi ove, a mio giudicio, poste esser dovrebbono. Quella di oro valerá lire 7 imperiali: a denari 22, ne anderanno in numero 113-1/7 alla libra. Quella di argento valerá soldi 35 imperiali: di leghe 10-1/2, ne anderanno in numero 36 alla libra.

Avvertiti i baldi giovani che il convoglio delle truppe imperiali era prossimo a giungere, si diedero subito a costruire una barricata allo sbocco della via verso Ponte S. Marco, e dopo di avere collocata della gente anche inerme sui balconi e nelle vie per dimostrare che erano in molti a chiudere il passo, presero posto nella barricata, risoluti a tutto.

Le cose andavan meglio per lui in Toscana; i ghibellini s'insignorivano della stessa Firenze, capo de' guelfi. Ma intanto Bologna raccoglieva intorno a le cittá, le milizie della parte, e dava una gran rotta agli imperiali, e vi prendeva Enzo, uno de' non pochi figliuoli naturali di Federigo, ornato del nome, non della potenza, di re di Sardegna.

E gli essempi sono questi, cioè: Se di una libra d'argento misto di lega di once 7 denari 4, netti dal rimedio, si fossero fatte monete in numero 172 sotto il valore di lire 5 soldi 14 imperiali l'oncia del fino, le dette once 7 denari 4 sarebbono valute lire 40 ss. 17 den.

L'odio dell'esercito contro ogni forma parlamentare continuava in nulla disasprito anche sotto l'assemblea reazionaria. Si principiò col disprezzare come chiacchieroni i generali africani: veterani imperiali e giovani lanzichenecchi ambiziosi bramavano di porsi di gran lunga al disopra dei benemeriti condottieri.

E i quai oro ed argento non si potranno mai in alcun modo giustamente, in corrispondenza proporzionata, dispensare o compartire in picciola o in gran quantitade, ed in particolare nel far monete, se non saranno terminati e compartiti con un solo real peso e fermo, e sotto giusti e corrispondenti proporzionati dati valori, che servino in universale, come ho giá detto, con il peso della libra di Bologna, e sotto li valori di lire 72 e di lire 6 imperiali l'oncia del puro e del fino.