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Questa ragione, più d'ogni altra, calmò gli ardori troppo evangelici del reverendo: egli si persuase. Il ventinove di marzo dunque. Il capitano manderebbe un suo fidato a Pietracaduta, Ciulla penserebbe a far avvisare don Castrenze: l'importante era stabilire il luogo dove riunirsi la sera, prima di dar l'assalto. E scelsero la così detta Tribunella, una cappellina poco più su dallo stradale, a mezzo miglio del paese, che alcuni fedeli avevano eretta alla Madonna Addolorata. Intanto salivan la costa di buon passo. Don Peppino ruminava il disegno d'attacco: non poteva nascondere a stesso la difficolt

I prìncipi vi tenevano ambasciatori quando apertamente quando velati, che con donativi, pensioni, croci d'onore facevano che uno favorisse a Francia, uno a Spagna, uno a Venezia: tutti dimenticassero la patria. Due fazioni singolarmente ponevano a scompiglio la Rezia: una venduta a Spagna ed ai Cattolici, l'altra a Francia, ed agli Evangelici.

Poschiavo, che non aveva preso parte al sacro macello, vedendo non potersi altrimenti sbrattare dagli evangelici, meditò scannarli; e Claudio Dabene, cameriere del Robustelli, fiero di lingua e di mano, entrò in quel borgo, e vi uccise quanti calvinisti poté sorprendere. Del che domandato in giudizio fu sostenuto a Tirano, ma ben presto prosciolto per grazia.

Ma in questi giganteschi disegni non si teneva conto dello spirito germanico; la Riforma, questo grande fatto liberatore, diede nel momento opportuno un gran colpo al Cesaropapismo di quell'arbitro del mondo. Essa fu il risultato di un secolare processo svoltosi nella Chiesa e nell'Impero; suoi precursori furono tanto gli antichi Imperatori germanici che combatterono l'assolutismo e il potere temporale dei Papi, quanto gli eretici evangelici che avevano combattuto il dogma, la gerarchia e la supremazia spirituale esclusiva del pontefice. L'idea romana dell'accentramento fu soverchiata e soffocata dal principio della libert

Tanto erano da ciò esacerbati gli animi, che qualunque cosa venisse dai Riformati era sospetta ai Cattolici: qualunque cosa procedesse dal vescovo o da Roma, si rifiutava dagli Evangelici, per buona che fosse, d'ogni vin dolce facendo un aceto arrabbiato. E mi faccia testimonio la riforma del calendario.

Io non veggio omai quello che per me si debba adoperare o credere; perché, se veraci sono gli evangelici dottori e se parimente li sottili e tenebricosi maestri in teologia e nostri sofisti dicono il vero; se li pontificali decreti ovvero umane leggi, che vogliamo dire, ligano o ligar possiano le nostre coscienze; ed oltra di questo se alcuni altri dottori moderni non sono capitali nemici de la vera fede bugiardi, ma hanno la veritá ritrovata; a cui crederò io? a cui prestarò fede?