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Fra le monete d'oro, figuravano ancora le pezzette, gli zecchini, le colombie, le sovrane, le papaline, le messicane, le genove, i luigi, le parme. Il duca Litta, recandosi a Lainate con legno di posta, a ciascun postiglione gettava per mancia un marengo. I ballerini ed i mimi, notevoli per la loro chioma raffaellesca, stazionavano sulla porta del caffè della Cecchina, detto dei virtuosi. Effisio Catte faceva colazione nella retro bottega del salsamentario Morandi; Gumirato, un tenore in perpetua disponibilit

Una mattina che Ettore doveva andare a caccia, fece un casa del diavolo perchè la Cecchina tardava a giungere con certe calze di lana forti, che aveva avuto l'incarico di preparargli per quel giorno. Non può tardar molto, disse la zia Giuliana; sar

Il professore, che assisteva a quel dialogo, smise di leggere, accavallò le gambe, e, preparando il sorriso scettico, stette a sentire la barbarie del marito. Ma la Cecchina non diceva nulla. Allora cominciò lui per incoraggiarla: E vostro marito.... Mio marito è morto, che Dio l'abbia in gloria. Il sorriso scettico si accentuò terribilmente, ed il professore ripresa: E non v'ha lasciato nulla?

Allora il barocciaio sfogò contro la Cecchina tutta l'amarezza della sua delusione, e furono rampogne, busse, miserie d'ogni sorta, fino al giorno tremendo in cui la poveretta si vide portare a casa il marito moribondo sopra una barella. Aveva il viso, i capelli, il collo, tutti coperti di sangue, narrava la Cecchina; e non si capiva neppure dove fosse la ferita.

Ma quella sera il filosofo non lesse forte, e la mattina dopo, quando Ettore ricominciava a gridare contro la bigotteria della Cecchina, che per andare a pregucchiare gli faceva aspettare il caffè, fu il babbo stesso che disse: Lasciala stare, povera donna.... Poichè la sua fede le fa del bene....

Se è l'altro, ditegli che sto per vestirmi, che debbo andar fuori e che non posso riceverlo. L'altro, per chi non l'intendesse, era il nostro amico Lorenzo. Vado; rispose Cecchina, muovendosi verso l'uscio. Accomiatatelo, in ogni modo. Ditegli che domani sto in casa, e che lo aspetto; aggiunse la contessa, con un sospiro che somigliava maledettamente ad uno sbadiglio.

La signora contessa è nel suo spogliatoio, e si prepara ad uscire. E dove va ella? Alla festa da ballo in casa Torre Vivaldi; rispose Cecchina. Lorenzo stette un tratto sovra pensiero; poi, scuotendo il capo, come se volesse discacciare una immagine molesta, soggiunse: Sta bene; l'aspetterò.

Ma.... ripigliò Cecchina, che non sapeva più cosa dire. Ella ha da sapere che la signora, appena vestita, dovr

La povera Cecchina pianse amaramente la perdita della sua mamma; ed il carrettiere riformò il suo programma, e pensò di andar a vivere col suocero il quale, oltre a mantenergli la moglie ed i figlioli, gli avrebbe lasciato metter mano nella cassetta del banco.

Naturalmente, di quella relazione la Cecchina non ne sapeva nulla allora; ma il marito, che era un barocciaio e faceva continui trasporti di grano al mulino, aveva sposato quella giovinetta più per i soldi del babbo che per lei; tanto più che il babbo salumaio, aveva una cera da moribondo pel mal di fegato che soffriva, e non gli si sarebbero dati sei mesi di vita; i figli maschi se n'erano andati pel mondo, chi a Lecco, chi a Varese, ed uno fino a Milano; ed il barocciaio calcolava che, morto il vecchio, avrebbe fatto casa comune colla suocera, e sopratutto banco comune nella bottega.