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Aggiornato: 2 maggio 2025


Il signor Ratazzi è un parlatore abile, facile, ma orbo di quello scintillìo che affascina negli oratori francesi. Ed io comincio a credere che la nostra lingua, troppo solenne, e lingua morta, ci trascini in sfere troppo astratte, o ci ritiene in parlantine un certo che pretenziose. Ma il Ratazzi è un atleta nella discussione. Nulla resiste alla forza della sua logica, alla carica dei suoi argomenti. E' vede del primo sguardo il nodo della quistione, vi si attacca, e non missura cutem nisi plena cruoris hirudo! non la lascia che non l'abbia sviscerata, svolta a fondo. La sua lingua è pura e chiara; la sua voce debole, ma insinuante. Ratazzi è il tipo della probit

Queste montanare si fanno il segno della croce e passan leste a occhi chiusi cariche le spalle di una gerla di fieno: noi cariche di troppi pensieri squilibrati, sappiamo chiudere gli occhi, osiamo credere al segno della croce.... E intanto l'abisso è che ci affascina e ci attiraUna gita in montagna.

In pochi minuti tutto ciò è stato cambiato; disse Gino. Adesso la Ninfa li ha neri come ala di corvo. Aggiungi che non affascina più i cacciatori, ma d

Io vi lascio sul limite, che non varcai finora, Perchè siete il tramonto ed io voglio l'aurora; Perchè se noi, quì in terra, viviamo una giornata, Io d'ineffabil luce la mia vo' illuminata; Perchè, sazio degli uomini, io voglio amar l'Idea; Perchè gli oscuri baci di questa sacra Dea Valgono i mille affetti della gente piccina; Perchè val più il delirio d'un sogno che affascina. Dell'entusiasmo d'obbligo d'un ballo mascherato; Perchè ai dolor dei molti io mi sono temprato, Perchè i ghigni di scherno, la fame e la Censura, (Dalla fronte brevissima) non mi fan più paura; Perchè la solitudine amo più della folla; Perchè abborro i mïasmi d'una carne gi

Quello era il ritratto di un grand'uomo: non ho più veduto fisonomia così nobile, romantica e grande. Il ritratto è a mezza figura colla faccia di tre quarti, un berretto rotondo gli copre il capo: ha il giustacuore a righe, le maniche e i calzoncini a piccoli sbuffi, ma si notano appena. Il suo viso affascina. Un pallore che forse il tempo ha dato al quadro gl'imbianca tutto il volto immobile in un pensiero che rende più grande l'abituale superbia dei lineamenti: la fronte s'aggronda sugli occhi ma liscia e impenetrabile quanto il marmo, il naso leggermente arcuato fa pensare a quello di Napoleone I, le labbra strette, più rosse, sembrerebbero una cicatrice: il mento è quadro. I suoi occhi grandi hanno l'immobilit

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