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Aggiornato: 23 giugno 2025


I giuocatori giuocavano tutti insieme senza aspettare la loro volta, litigando sempre e picchiandosi a causa de' ricci; di tal che la Regina ne diventò furiosa, e andava qu

Lidia aveva stabilito il martedì pe' suoi ricevimenti; io v'assisteva sempre, quantunque i discorsi delle signore mi facessero sui nervi l'effetto d'uno strider di lima e non fossi compensato se non dallo spettacolo delle manovre tattiche ivi usate. La simulazione e la dissimulazione vi giuocavano aspre battaglie; vedevo le nemiche sorridersi, darsi la mano, baciarsi e lodarsi, con un'abilit

Ora quale non fu la stupefazione del re e del principe in trovando che quelle otto persone, cui essi avevan creduto sorprendere in flagrante delitto di cospirazione contro lo Stato, giuocavano tranquillamente al zecchinetto! Ecco ciò che era succeduto.

Il forte Diamante, di assai minore rilievo, cadde in potere dei congiurati per un felicissimo stratagemma. Il guardarme che lo aveva in custodia, teneva fondaco di vino e amava la gente allegra. Da parecchie settimane avea preso la consuetudine di andar lassù una brigatella di buontemponi, i quali entravano nel cortile, bevevano, giuocavano alle pallottole, o ballavano al suon dell'armonica, insieme coi pochi soldati del presidio. La sera del 29 erano, o, per dire più veramente, fingevano d'essere alticci dal vino, e non avrebbero mai detto d'andarsene. Senonchè, era l'ora di chiudere, e il guardarme li condusse al cancello. Col

La madre, a quanto Nicla aveva capito dai racconti del fanciullo, era un poco bizzarra e non costante nel suo affetto; ella pure incline ai dispendii e alla vita leggera. Le altre, conosciute a Parigi e altrove, quelle che giuocavano e si facevano calpestare da lui e se lo conducevano a casa come un cucciolo riottoso, non erano donne agli occhi di Nicla.

In quei trattenimenti, la contessa e Nenni non avevano occasione di star molto insieme; tutt'al più giuocavano a bridge allo stesso tavolino. Ma nessuna festa finiva senza che il Forcioli trovasse maniera di parlare a Gioconda brevemente, con frasi rotte, con emozione; e quantunque Gioconda non rispondesse, si allontanava sempre un poco pallida e turbata. Uhm! andava dicendo Ariberto a stesso.

Da una parte una lunga fila d'arabi, seduti in terra, assistevano alle cariche dei cavalieri della scorta; dalla parte opposta altri arabi giuocavano alla palla; un po' più lontano, un gruppo di donne imbacuccate nel loro rozzo caic ci osservavano con stupore gesticolando fra loro; e frotte di bambini scorazzavano tutt'intorno. Il Biseo ed io ci avvicinammo ai giuocatori.

Al di fuori del recinto i ragazzi giuocavano, i piccoli correndosi dietro e gettandosi per terra l'un l'altro; i grandi facendo all'amore, pigliando qualche bruna ragazza e avvolgendosi con essa nella medesima coperta che serve loro di scialle e di vestito.

E tre o quattro, cercando il proprio abito e il cappello nel mucchio de' panni rincantucciati, vociarono insieme: Alla festa, alla festa! Ohe! ohe! che diavolo vi serra addosso? un minuto! dissero i due che giuocavano la partita di sfida: un minuto che abbiam finito. E sopra il capo mulinando le aste del bigliardo, minacciarono romperle sulle schiene del primo che uscisse.

Era costui un ortolano che coltivava il verziere ed il frutteto d'un vasto tenimento che un gran signore possedeva presso: si chiamava Matteo, era del paese ancor egli ed ammogliato eziandio, non aveva avuto che un figliuolo, e i ragazzi dell'una e dell'altra famiglia giuocavano insieme; e i parenti, come suole, immaginavano che, quando cresciuti, il figliuolo dell'ortolano avrebbe sposato la figliuola dell'agricoltore.

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