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Intra due cibi, distanti e moventi d'un modo, prima si morria di fame, che liber'omo l'un recasse ai denti; si` si starebbe un agno intra due brame di fieri lupi, igualmente temendo; si` si starebbe un cane intra due dame: per che, s'i' mi tacea, me non riprendo, da li miei dubbi d'un modo sospinto, poi ch'era necessario, ne' commendo.

Salita era la notte al sommo cielo e rilucea nel mezzo del suo cerchio la sorella di Febo, il bianco volto tutta splendente del fraterno lume. Taceva il mondo, in pe' lor vestigi tacite si volgean l'eterne spere; taceano i venti e 'l mar; tacea la terra e con lei piani e colli, e monti, e valli. Sol nel silenzio d'ogni alma vivente non tacea Mopso: e non taceva amore dentro al suo petto.

Or udirete le imprese famose di Filinoro, e fatti d'altra guisa, e come venne a Carlo di Guascogna, perocché ordir la tela pur bisogna. Filinor di Guascogna un giovanetto era nobil di stirpe e bello assai. Passava presso a molti uom d'intelletto, nelle conversazion non tacea mai; parea ch'ogni materia avesse letto.

Un convitato mise in campo i casi della notte scorsa, e gli occhi di Verrezzi sfavillarono: si parlò poscia di Emilia, e fu un concerto di elogi. Montoni solo tacea. Partiti i servi, la conversazione divenne più libera; il carattere irascibile di Verrezzi mescolava talvolta un po' di asprezza in quanto diceva, ma Montoni spiegava la sua superiorit

Egli ancor non tacea, quando sen viene Lo strale ingordo, ma sel prende a scherno Lo scudo immenso, e' suoi furor sostiene Con l'alta tempra de lo smalto eterno; Giassarte ove il mirò, gonfia le vene E di veneno e di disdegno inferno Oltra l'usato, e mosso fu stringendo La scimitarra, a rimirarsi orrendo.

Io mi tacea, ma 'l mio disir dipinto m'era nel viso, e 'l dimandar con ello, piu` caldo assai che per parlar distinto. Fe' si` Beatrice qual fe' Daniello, Nabuccodonosor levando d'ira, che l'avea fatto ingiustamente fello; e disse: <<Io veggio ben come ti tira uno e altro disio, si` che tua cura se' stessa lega si` che fuor non spira.

Però non cessava dalle preci l'esule timorosa; e se tacea, era il suo silenzio più eloquente degli accenti, era un sospirare dolente, un riguardare pieno d'affetto, una mestizia che annebbiava i suoi vezzi e li rendea più vaghi, come lo spruzzo della rugiada sulla rosa del mattino; le bagnavano le lagrime copiose il viso e risplendea più bello come estivo sole dietro il velo di una minuta pioggia. Ma qual robusta quercia allo spirare d'aura leggiera, piega i mobili rami e non si commove nella radice, era intenerito l'eroe, ma non cedeva alle molli blandizie di Bianca: il chiamavano le trombe e l'impero del padre, e gi

Dio tacea da gran tempo. Ai consueti Balli moveano in ciel gli astri, e con dura Infallibile norma albe ed occasi Il monotono Sol dava a la terra. Reddían le nevi a biancheggiar le spalle Del tremante dicembre; april venia Col suo manto di fiori; arida e stanca Movea la bionda est

Intra due cibi, distanti e moventi d’un modo, prima si morria di fame, che liber’ omo l’un recasse ai denti; si starebbe un agno intra due brame di fieri lupi, igualmente temendo; si starebbe un cane intra due dame: per che, s’i’ mi tacea, me non riprendo, da li miei dubbi d’un modo sospinto, poi ch’era necessario, commendo.

Io mi tacea, ma 'l mio disir dipinto m'era nel viso, e 'l dimandar con ello, piu` caldo assai che per parlar distinto. Fe' si` Beatrice qual fe' Daniello, Nabuccodonosor levando d'ira, che l'avea fatto ingiustamente fello; e disse: <<Io veggio ben come ti tira uno e altro disio, si` che tua cura se' stessa lega si` che fuor non spira.