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Aggiornato: 23 maggio 2025


Oh beata Ungheria, se non si lascia piu` malmenare! e beata Navarra, se s'armasse del monte che la fascia! E creder de' ciascun che gia`, per arra di questo, Niccosia e Famagosta per la lor bestia si lamenti e garra, che dal fianco de l'altre non si scosta>>. Paradiso: Canto XX Quando colui che tutto 'l mondo alluma de l'emisperio nostro si` discende, che 'l giorno d'ogne parte si consuma,

E mentre la raggiante visïone Sfolgora a me dal nudo del sereno, Mi scote e m’apre trionfando il seno Il ruggito selvaggio del leone. Non più, sotto il gran Sol che scalda e alluma Le sue grigiastre forme L’opificio respira e romba e fuma. Alto è il meriggio, e l’opificio dorme. Stagna dovunque la tristezza morta Del lavoro spezzato.

tal mi senti’ un vento dar per mezza la fronte, e ben senti’ mover la piuma, che sentir d’ambrosïa l’orezza. E senti’ dir: «Beati cui alluma tanto di grazia, che l’amor del gusto nel petto lor troppo disir non fuma, esurïendo sempre quanto è giusto!». Purgatorio · Canto XXV

E quale, annunziatrice de li albori, l'aura di maggio movesi e olezza, tutta impregnata da l'erba e da' fiori; tal mi senti' un vento dar per mezza la fronte, e ben senti' mover la piuma, che fe' sentir d'ambrosia l'orezza. E senti' dir: <<Beati cui alluma tanto di grazia, che l'amor del gusto nel petto lor troppo disir non fuma, esuriendo sempre quanto e` giusto!>>. Purgatorio: Canto XXV

Oh beata Ungheria, se non si lascia piu` malmenare! e beata Navarra, se s'armasse del monte che la fascia! E creder de' ciascun che gia`, per arra di questo, Niccosia e Famagosta per la lor bestia si lamenti e garra, che dal fianco de l'altre non si scosta>>. Paradiso: Canto XX Quando colui che tutto 'l mondo alluma de l'emisperio nostro si` discende, che 'l giorno d'ogne parte si consuma,

E quale, annunziatrice de li albori, l'aura di maggio movesi e olezza, tutta impregnata da l'erba e da' fiori; tal mi senti' un vento dar per mezza la fronte, e ben senti' mover la piuma, che fe' sentir d'ambrosia l'orezza. E senti' dir: <<Beati cui alluma tanto di grazia, che l'amor del gusto nel petto lor troppo disir non fuma, esuriendo sempre quanto e` giusto!>>. Purgatorio: Canto XXV

Nel fier tumulto Turacan s'accorse Al gran cimier, che d'ogni intorno alluma Ove AMEDEO travaglia in armi; e sorse Tale ira in lui, che da le labbra ei spuma; E troppo osando col

tal mi senti’ un vento dar per mezza la fronte, e ben senti’ mover la piuma, che sentir d’ambrosïa l’orezza. E senti’ dir: «Beati cui alluma tanto di grazia, che l’amor del gusto nel petto lor troppo disir non fuma, esurïendo sempre quanto è giusto!». Purgatorio · Canto XXV

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