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Aggiornato: 22 maggio 2025


E quale, annunziatrice de li albori, l'aura di maggio movesi e olezza, tutta impregnata da l'erba e da' fiori; tal mi senti' un vento dar per mezza la fronte, e ben senti' mover la piuma, che fe' sentir d'ambrosia l'orezza. E senti' dir: <<Beati cui alluma tanto di grazia, che l'amor del gusto nel petto lor troppo disir non fuma, esuriendo sempre quanto e` giusto!>>. Purgatorio: Canto XXV

com’ io vidi un che dicea: «S’a voi piace montare in , qui si convien dar volta; quinci si va chi vuole andar per pace». L’aspetto suo m’avea la vista tolta; per ch’io mi volsi dietro a’ miei dottori, com’ om che va secondo ch’elli ascolta. E quale, annunziatrice de li albori, l’aura di maggio movesi e olezza, tutta impregnata da l’erba e da’ fiori;

Scesi, e i quattro cannoni imperversarono indefessi per oltre un'ora; indi risalii. Nell'ascesa incontrai mia moglie, annunziatrice d'una lauta colazione provveduta dal generale Medici, che il mattino ci accompagnò sul monte. Ragguagliò ella Garibaldi intorno allo stato dei nostri feriti prigionieri in Capua, visitati dianzi da lei.

com’ io vidi un che dicea: «S’a voi piace montare in , qui si convien dar volta; quinci si va chi vuole andar per pace». L’aspetto suo m’avea la vista tolta; per ch’io mi volsi dietro a’ miei dottori, com’ om che va secondo ch’elli ascolta. E quale, annunziatrice de li albori, l’aura di maggio movesi e olezza, tutta impregnata da l’erba e da’ fiori;

PANIMBOLO. Se menasse cosí i piedi nel caminare come le mani ne' piatti o le mascelle quando mangia, che l'alza in su e giú come un ballone, sarebbe venuto prima. DON FLAMINIO. Eccolo, ma con una ciera annunziatrice di cattive novelle. DON FLAMINIO. Leccardo, benvenuto! LECCARDO. Non son Leccardo mai fui Leccardo, ché non mai mi toccò leccar a mio modo. DON FLAMINIO. Sempre sul mangiare!

Brama la Chiesa intorno a adunato Stuolo di figli allora, ed indulgenza Materna a chi v'accorra ha pronunciato. Per le vie con sollecita frequenza Suona la nota squilla annunziatrice Di quel mister d'amore e sapienza. E gi

E quale, annunziatrice de li albori, l'aura di maggio movesi e olezza, tutta impregnata da l'erba e da' fiori; tal mi senti' un vento dar per mezza la fronte, e ben senti' mover la piuma, che fe' sentir d'ambrosia l'orezza. E senti' dir: <<Beati cui alluma tanto di grazia, che l'amor del gusto nel petto lor troppo disir non fuma, esuriendo sempre quanto e` giusto!>>. Purgatorio: Canto XXV

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