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Aggiornato: 31 maggio 2025
Non site boni se non a farme caminare. Che diavolo de furfanti! che mai non me lassano star un'ora in pace. O aspettate, che adesso vengo. Vederá ch'io sarò piú matto che pazzo a non ce andare. REPETITORE. Iam vesperascit, domine. Chi è lá giú? Olá! MALFATTO. Sí, sí! grida pure! REPETITORE. Chi è al nostro hostio? Olá! Non odi, no? Come hai nome? MALFATTO. Non te lo voglio dire.
Ma starai a vedere che, pian piano, gli cavarò di bocca ogni cosa. MALFATTO. Son stracco. Io non posso piú caminare. CURZIO. Camina, camina, ché giá semo arrivati. MALFATTO. Sí! arrivati! E dove è la casa, che non la veggo? CURZIO. Eccola qui. Bussa un poco. MALFATTO. Tic, toc. Non ci è nessuno? TRAPPOLINO. Chi è lá? MALFATTO. È questo compagno.
GERASTO. Io gli ordinarò or ora un serviggiale, e per oggi gli faremo far dieta, che gli sará utile, che per domani stará meglio. MORFEO. Padre ca... ca......aro, quella lupa che mi ha roso la ca... ca... carne, mi è rimasta in corpo, e mi dá tanta fame che non vorrei far altro che ma... mangiare e ca... ca... caminare. GERASTO. Voi dovete esser molto stracco del viaggio.
Vedetela caminare, con quanta leggiadria stende i passi; gustate la lingua che è melata e suave; uditene il parlare che è pieno di salsi scherzi e di gravi piacevolezze; ma il severo del volto non iscema il festevole di motti: cose ch'ave imparate a casa sua e non le sono state poste in bocca da altri.
PANURGO. Che ti par di questo mio raschiar grave e sputar tondo? che della portatura, delle vesti e de' guanti? che del caminare? Non ti paiono nati dalla quinta essenza della pedantaria?
BIRRI. Le cose fatte calde calde son buone. LECCARDO. Che son io piatto di maccheroni che bisogna che sia caldo caldo? Ma io vo' morir appiccato per non morir sempre di fame; ma se volete appicarmi, fatemi mangiar prima, ché non muoia di doppia morte, e della fune e della fame. BIRRI. Camina! LECCARDO. Son debole e non posso caminare. BIRRI. Le buon'opre tue ti fan meritevole d'una forca.
PANIMBOLO. Se menasse cosí i piedi nel caminare come le mani ne' piatti o le mascelle quando mangia, che l'alza in su e giú come un ballone, sarebbe venuto prima. DON FLAMINIO. Eccolo, ma con una ciera annunziatrice di cattive novelle. DON FLAMINIO. Leccardo, benvenuto! LECCARDO. Non son Leccardo né mai fui Leccardo, ché non mai mi toccò leccar a mio modo. DON FLAMINIO. Sempre sul mangiare!
«Nei pederasti si ritrova questa tendenza di invertire le parti nei loro modi di caminare, nei gusti, nei bisogni, nel modo di vestirsi. S’ingegnano ad imitar della donna l’intonazione e la delicatezza della voce, la gentilezza e la civetteria dei gesti.
Si sa bene ch'io non sono bastante a dargli delle stelle del cielo. LUZIO e MINIO scolari, CECA serva. LUZIO. Lassame caminare, ché 'l mastro non me dia un cavallo; ché me par sia troppo tardi e sai che sempre me fa sdelacciare le calze e me alza la camisa e me dá, qualche volta, con una scuriata cosí grossa cotta nell'aceto.
Io ho un servo in casa, che ha gambe sotto cosí robuste ch'è buon per caminare quattro e cinque miglia per ora, come tu proprio vorresti: te lo darò per marito, e serai madre di mia moglie e padrona della casa. NEPITA. Ne vedrai la prova, che d'oggi innanzi m'adoprerò in tuo aiuto con ogni modo possibile. ESSANDRO. Tuo ufficio sará d'aiutarmi, poiché cosí speranza me ne dai.
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