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Aggiornato: 5 giugno 2025


I lumi scintillavano nelle rustiche stanze; Sui talami nuziali scendevan le esultanze; I vecchi accarezzavano le coltri cogli sguardi; I bimbi sonnecchiavano. Alcuni, più testardi, Strillavan nella culla con noiosi lamenti. La nenia dello gocciole dalle gronde cadenti, Come un canto materno, diceva lor: "Tacete!"

Il macellaio intendeva benone; ma dalla sua mole uscirono subito certi lamenti tenui, frammezzati di piccioli gridi da far piet

Era il colombo che trova deserto il nido, e va di fronda in fronda e plora e chiede i figli; era l'allodola abbandonata che piange la solitudine, e assorda di lamenti il bosco e la campagna.

Medoro andò, piangendo, al signor caro; che conobbe il quartier bianco e vermiglio: e tutto 'l viso gli bagnò d'amaro pianto, che n'avea un rio sotto ogni ciglio, in dolci atti, in dolci lamenti, che potea ad ascoltar fermare i venti.

Quando noi fummo sor l'ultima chiostra di Malebolge, si` che i suoi conversi potean parere a la veduta nostra, lamenti saettaron me diversi, che di pieta` ferrati avean li strali; ond'io li orecchi con le man copersi. Qual dolor fora, se de li spedali, di Valdichiana tra 'l luglio e 'l settembre e di Maremma e di Sardigna i mali

Scodinzolando vigilano i cani E nel clamore dei belati echeggia Come un accento di lamenti umani. Qualche volta, come in questa Sera, egli raggiungeva una certa efficacia di forma; ma era un disgusto che lo prendeva per il meschino risultato di tanta energia, di tanta commozione interiore...

Signor padrone, ho fatto il mio dovere. Ma ella non ha fatto il suo. Ora è tardi. Inutile muovere lamenti. Erano uomini furbi, col pelo su lo stomaco. Non per nulla riuscirono a derubar quel proprietario di Gromo ed il mugnaio di Fiumenero: stavolta è toccato a lei. Metta un voto a Santa Caterina, che ha salva la pelle! Una vittima.

Dal pianeta infelice che i due amanti hanno lasciato si leva un coro di voci confuse, di lamenti e di bestemmie, di invocazioni al soccorso lanciate dalle anime penanti. Ma nessuno le ascolta, e Fausto e Stella si fermano ad ammirare una moltitudine di cavalieri nomadi, altra volta, quaggiù, abitatori delle rive del Nilo, dell'Eufrate e del Gange. Nel nuovo astro quei corpi, che il bastone e lo staffile martoriavano un tempo, si sono nobilmente sviluppati, e Fausto ne ammira la perfetta armonia delle linee, la serenit

Questo è atto da uomo da bene? questa è cosa convenevole a uno amico? questo è il parentado che volevi far con esso me? chi t'hai pensato di gabbare? credi ch'io sia per comportarla? Mi vien voglia... VIRGINIO. Di che cosa ti lamenti di me, Gherardo? che t'ho io fatto? Io non cercai mai di far parentado teco. Tu me n'hai rotto il capo uno anno. Ora, se non ti piace, non vada avanti.

Ahi quanto son diverse quelle foci da l'infernali! che' quivi per canti s'entra, e la` giu` per lamenti feroci. Gia` montavam su per li scaglion santi, ed esser mi parea troppo piu` lieve che per lo pian non mi parea davanti. Ond'io: <<Maestro, di`, qual cosa greve levata s'e` da me, che nulla quasi per me fatica, andando, si riceve?>>.

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