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Ho scritto che il così detto Hôtel de inmigrantes, dove albergano i nostri poveri connazionali che sbarcano laggiù in cerca di lavoro, è un immondo lazzaretto della miseria, lurido come un canile. Il giornale La Nacion un mese dopo scriveva: «Non si può negare che a bella prima l'Hôtel de inmigrantes col suo corteggio di casettaccie e di capannette deve dare ai nuovi arrivati un'idea abbastanza sfavorevole dell'ospitalit

Nei primi anni ch'Egli era fra noi, come praticavano non pochi suoi connazionali, si recò a visitare le nostre montagne e rimase profondamente colpito dalle innumerevoli bellezze della Valle di Aosta, che ad essa più che ad altre valli italiane rivolse tutte le sue cure, dedicò tutte le sue forze, facendosi promotore di quei miglioramenti che valessero ad aumentarne la prosperit

Giungevano i connazionali fossero essi francs-tireurs o volontari stanchi, decimati dalle palle nemiche o dalla fame......... «Via! via presto che ci compromettete. I prussiani o i turchi hanno portato via tutto: nulla più abbiamo» e tante altre simili cantilene.

No, non è difficile trovarli i nostri connazionali! Fra i palazzi sontuosi, anche nelle più belle calles e avenidas con quella promiscuit

In questi ultimi tre giorni sono arrivati tremila e ottocento emigrati, in gran parte nostri connazionali.

Il male è che spesso sono dei nostri connazionali le vittime della «fraternit

Tronchiamo questa esposizione di brutture, le quali nulla aggiungono e nulla tolgono al triste quadro della Giustizia argentina. Di tutti i mali che affliggono quella Repubblica alla quale tanta fortuna invece potrebbe sorridere la cattiva Giustizia è il più grave per i nostri connazionali, perchè è quello le cui conseguenze dolorose li colpiscono direttamente e immediatamente.

Benchè da tanto tempo avesse posto dimora fra noi, pure conservava intenso, vivissimo l'affetto alla patria sua e non lasciava passare occasione per informarci di quanto i suoi connazionali compivano d'utile, di buono, ed in che fossero a noi superiori.

Leonardo Bollati era rimasto quasi sempre immobile alla finestra. Sporgendo la testa fuori del davanzale, egli vedeva sotto di nel terrazzo del primo piano la famiglia del lord che, insieme con altri connazionali, godeva, come di uno spettacolo, di quella rivoluzione pacifica. E la famiglia del lord, di tratto in tratto, levava gli occhi e vedeva lui, the scion of the Doges, il discendente dei dogi, e lo mostrava agli ospiti, appollaiato in alto, sotto la grondaia, come una civetta. Quando le grida di Viva San Marco si fecero più romorose e più generali, gli Inglesi si misero a guardare in su con una curiosit

E non hanno torto. La carriera li preoccupa giustamente. Essi sono degli impiegati; anzi sono troppo impiegati. E la diplomazia non dovrebbe procedere alla stregua della burocrazia. La promozione e il trasloco degli agenti diplomatici dovrebbero essere soggetti a ben diverse leggi da quelle che regolano la promozione e il trasloco di altri impiegati dello Stato. Non può un diplomatico essere, supponiamo, vice-console ad Anversa, console a San Paulo del Brasile, console generale a Costantinopoli, segretario a Tokio, come un impiegato alle imposte dirette è commesso a Sassari e ricevitore ad Otranto. L'azione del diplomatico spazia nell'ambiente in cui egli vive, e deve essere diversa a seconda dei diversi ambienti. Un console non può limitarsi nell'Argentina o nel Brasile a dare ai suoi connazionali la sua protezione nella stessa misura e nella stessa forma con le quali le d