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Aggiornato: 26 giugno 2025
E che sia una falsa apparenza il crescer la moneta forastiera per fare abbondare il Regno, o permettere che corra per moneta valutando la manifattura di zecca, anzi che operi il contrario e faccia danno alle ragioni del prencipe, e possa essere occasione o, per dir meglio, causa di danno de' sudditi e, in consequenza, universale, e disconvenga per ogni ragione, sará chiaro facilmente.
Ma le ragioni perché le monete d'oro di maggior finezza sieno tanto ricevute nel mondo, faranno anche tanto piú palese la necessitá di batterle in questo modo per maggior vantaggio della zecca. E queste sono principalmente due.
Prendete, prendete! Questi vi consoleranno un poco della perdita che avete fatta lassù. Notate inoltre che la zecca che gli ha coniati lavora sempre, e ce ne saranno degli altri. L'amico Garaventa vi chiamer
Quel conio, che ad un principe non costa un quarto di pezza da otto, ad un falsario costa spesse volte quattro e sei doppie: perché chi serve alla zecca pubblica non azzarda la vita, e riceve quel solo prezzo ch'è proporzionato alla fatica; ma, se un artefice ha da fabbricar conii di nascosto con pericolo di tutto l'esser suo, non si lascia persuadere che a forza di molto oro.
Imperocché le cittá che non sono mercantili, e che poco oro ed argento possono con la mercatura tirar dagli Stati altrui, non possono dar meno a batter monete su queste misure, se non per quella poca quantitá d'oro o d'argento che cápita nella zecca stessa d'argenti rotti ed altro del paese, o pure con quel poco che va capitando in mano a' mercanti.
Lo trovo registrato più d'una volta nelle memorie di zecca, che gli danno il peso di k. 3 1/2, e dalle quali parrebbe che si fosse effettivamente battuto.
Allorché ho parlato delle gazzette e de' soldi coniati per la Dalmazia e per l'Albania, ho fatto vedere come si prescrivesse intorno al 1700 che il loro peso fosse rispettivamente di k. 38 e k. 19. Ciò non ostante dalle succitate memorie di zecca rileviamo che si volle fossero le gazzette per Candia di k. 34, i soldi di k. 17.
E, se a questo mi si dicesse che questa poca somma saria a rispetto della moneta venuta in zecca, ma non per questo séguita che non sia venuta altra somma nel Regno, rispondo che la detta prova conclude benissimo che non è venuta altra somma in Regno, non solo a rispetto delle robbe che si estraeno, ma per ogni altro rispetto, mentre non si spendea non solo moneta forastiera d'altri prencipi, ma meno la spagnola, quale ha corso dopo il bando del prencipe di Pietraperzia, in quel tempo viceré in Regno, sí che di necessitá tutta andava in zecca.
Carlo magno in tutto il suo imperio una sola zecca volle, e questa costituí nel suo proprio palazzo: tanto importante stimava il ben custodire le leggi e gli ordini delle sue monete, sulle quali la fede pubblica di tutto l'umano commercio s'appoggia.
Dalle memorie di zecca sembra che nel 1627 siansi battute gazzette (che vedemmo equivalere a' mezzi grossetti) in quella citt
Parola Del Giorno
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