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Aggiornato: 27 giugno 2025


Or, come questi due metalli ormai da quasi tutte le nazioni del mondo sono destinati a quest'uffizio, il valore, che chiamiamo delle monete, non è altro che quella relazione che ha uno d'essi all'altro in ordine alla stima che ne fanno gli uomini: e quando vogliamo dire il valore d'una libbra d'oro, non abbiamo piú certa misura, per ispiegarlo, quanto riferendolo all'argento; ma, se ci accade avere a dinotare il valore dell'argento, subito con l'altro suo piú comune relato lo significhiamo, dicendo che una libbra d'argento vale 4/59 d'una libbra d'oro, o vogliamo grani 468-3/5 d'oro.

Ma sotto Arcadia ed Onorio imperadori vediamo che, per legge da loro emanata e registrata nel Codice, libro X, titolo ultimo, fu ragguagliata la libbra d'argento per 5 soldi d'oro. «Iubemus dice quella legge, ut pro argenti summa, quam quis thesauris nostris fuerit illaturus, inferendi auri accipiat facultatem, ita ut pro singulis libris argenti quinque solidos inferat». E perché la libbra pesava 72 soldi per la legge 5, Codice, titolo De susceptoribus del libro X, chiaro consta che 5 soldi d'oro valevano 72 d'argento, che è lo stesso che uno d'oro per 14-2/5 d'argento, ed è quasi la proporzione moderna.

Avrá ogni doppia di tal peso solo grani 120 di fino, sicché in una libbra d'oro fino sarebbero doppie 64 e valerebbero lire 960, onde la proporzione d'oro fino ad argento fino sarebbe di 14-1/8 ad uno.

Le spese adunque sopra le merci da Venezia sino a Babilonia montano a 15% sopra il loro capitale ed a soldi 14 per ogni libbra di peso veneto sottile, e giungendo poi esse merci sino in Astrakan arriverebbero le spese al 30% sopra il loro costo, ed a soldi 40 per ogni libbra del loro peso.

Diplomi del 18 e 25 maggio 1275, ai maestri della zecca di Messina, allegati dal sig. della Rovere nell'opera citata, cap. 4; ove si legge che nella nuova moneta di denari entravano 7 tarì e mezzo di argento in ogni libbra di lega; e sopra ciò si ragiona il guadagno dell'80 per 100, che risponde a' detti del Neocastro e del D'Esclot; il primo de' quali afferma che il valor edittale della nuova moneta montò a trenta volte sopra l'antico, non che sopra l'intrinseco; e il secondo attesta il rapidissimo calar di questa moneta dopo la distribuzione.

Abbiamo ne' capitoli antecedenti fatto vedere che l'oro e l'argento sono l'uno dell'altro misura e prezzo: sicché, preso l'oro come mercanzia, si dice ch'egli vale tanto argento l'oncia; e preso l'argento altresí per mercanzia, si dice che vale tant'oro alla libbra.

Parola Del Giorno

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