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fu, quantunque a questi studi attendesse, senza grandissimi stimoli, datigli da quella passione, la qual noi generalmente chiamiamo «amore»: e similmente dalla sollecitudine presa degli onori publici, a' quali ardentemente attese, infino al tempo che, per paura di peggio, andando le cose traverse a lui e a quegli che quella setta seguivano, convenne partir di Firenze.

Colle adesioni al nostro programma, mandate quando cominciavano i del pericolo, voi avete dato bella e solenne testimonianza di fede concorde all'Italia e all'Europa. Noi vi chiamiamo a un'altra testimonianza, quella dei fatti. Sia pronto ogni uomo a segnare col proprio sangue la fede. Sorga ogni citt

DIC. Ma quelli sono differenti da' vostri in questo, perocchè eglino stimavano che i demonj fusseno buoni e cattivi; e noi li tenghiamo tutti cattivi, e sebbene gli chiamiamo con nome di satanassi e di diavoli, sono detti anco demonj: e per questo fanno quelle parole del profeta: Tutti gli Dei de' Gentili son demonj, e l'Apostolo disse: Non vorrei che voi vi faceste compagni de' demonj; e quel che disse anco l'Apostolo: I demonj credono e tremano di paura.

Dunque quello, che chiamiamo alzamento delle monete, non è altro, a propriamente parlare, che un abbassamento della valuta delle monete inferiori e della lira immaginaria; e cosí delli scudi e ducati immaginari de' paesi, li quali mantengono bensí la medesima denominazione di lire da venti soldi l'una, di scudi da 7 lire e da 6 lire l'uno o altro, e cosí di ducati da 6.4 e simili; ma perdono della loro stima in paragone della vera valuta e prezzo delle cose, ch'è l'oro e l'argento.

Tra i due, istituirono nel palazzo una vera academia; i membri della quale, non esclusi il vecchio e vittorioso imperatore che non sapeva scrivere, e i suoi figliuoli e forse alcuni di quelli che noi chiamiamo i «paladini», e non dovevano esser guari piú colti, tutti quanti preser nomi academici di Davide, Platone od altri; precursori, piú compatibili allora, di nostre ragazzate del Seicento e Settecento.

Io sento, e non saprei esprimere in qual guisa, che la mia vita o ciò che noi chiamiamo propriamente con questo nome non è incominciata col giorno della mia nascita, non può finire con quello della mia morte: Io sento colla stessa energia, colla stessa pienezza di sensazione con cui sento la vita dell'istante benchè ciò avvenga in modo più oscuro, più strano, più inesplicabile.

E questo vento, come noi il chiamiamo «turbo», Aristotile il chiama «tifone» nella sua Meteora, dove chi vuole può pienamente vedere di questa materia.

Appagar te non ponno, e me neppure, Nessun ponno appagar su caro estinto Funebri canti o funebri scolture, Da cui pari ad eroe venga dipinto: Uopo han di Dio le amanti creature! A fede e speme han l'intelletto avvinto! Noi non chiamiamo eroe l'amico andato: Amiam, preghiam ch'ei sia con noi salvato!

Raccontava uno valente uomo ravignano, il cui nome fu Piero Giardino, lungamente discepolo stato di Dante, che, dopo l'ottavo mese della morte del suo maestro, era una notte, vicino all'ora che noi chiamiamo «matutino», venuto a casa sua il predetto Iacopo, e dettogli quella notte, poco avanti a quell'ora, avere nel sonno veduto Dante suo padre, vestito di candidissimi vestimenti e d'una luce non usata risplendente nel viso, venire a lui; il quale gli parea domandare s'egli vivea, e udire da lui per risposta di , ma della vera vita, non della nostra; per che, oltre a questo, gli pareva ancora domandare, s'egli avea compiuta la sua opera anzi il suo passare alla vera vita, e, se compiuta l'avea, dove fosse quello che vi mancava, da loro giammai non potuto trovare.

E su tutto, sui campi infiniti e sui paeselli perduti, un umido intenso, una tristezza plumbea, una distesa persa, che non chiamiamo cielo, ma chiamiamo oblìo. E si intorbida sempre più la squallida alba del Natale.