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A Macerata la Legione si accrebbe di alcuni marinari della Squadra Sarda che, stanchi della vergognosa inerzia in cui eran tenuti in Ancona, mentre potevan salvare la militante Venezia, disertavano dai legni da guerra e furtivamente arruolavansi tra i Volontari.

Non si ha alcuna biografia dell'Armaroli, del quale ho potuto raccogliere che nacque in Macerata il 4 gennaio 1766 di famiglia patrizia, fece buoni studi di lettere in patria e fu laureato in giurisprudenza: entrato nella magistratura pontificia, era presidente del tribunale di Macerata allorché poco dopo l'unione delle Marche al Regno italico, fu con decreto del 5 luglio 1808 nominato presidente della Corte di giustizia in Fermo.

Garibaldi partì da Foligno il 28 dicembre, avendo dovuto aspettare il vestiario e l'armamento; arrivò a Macerata il del 1849 dove lo raggiunse un novello ordine di non proseguire più per Fermo e di restare dove era.

Leonida, dopo d'aver riunito i suoi Volontari, dispiacentissimo di lasciar gli amici, e benedetto dai prigionieri, ch'egli avea liberati con tanto coraggio e tanta abnegazione, s'incamminò verso Roma, ove si trovava la Legione Romana, ed era seguito da Zambianchi e da Paolo. Cantoni ed Ida s'avviarono verso Macerata a raggiungervi la Legione Italiana.

A Macerata Garibaldi badava ad ordinare, agguerrire ed a rinforzare la sua gente; e tanto entrò nella stima e nell'affetto dei maceratesi, che più tardi, quando furono convocati a nominare il deputato alla Costituente, elessero lui.

L'arrivo di Cantoni ed Ida tra i Volontari della Legione Italiana in Macerata fu una festa, tanta era la simpatia che godeva la bellissima coppia in mezzo a quella ardente e valorosa gioventù.

Mio degno e rispettabile amico, Macerata 25 aprile 1830.

Nell'albergo del paese trovai un colonnello pontificio che era partito in congedo pel suo paese, Macerata, ma che era stato rimandato indietro a Narni dai piemontesi, perchè sul suo passaporto mancava il visto del console italiano. Egli mi parlò della severit

Era senza dubbio uno dei più belli uomini che avesse mai visti: alto, forte, agile, con le guance incorniciate dalla barba d'un biondo di seta, i capelli castani un poco diradati sulla fronte che pareva pertanto più ampia, la carnagione bianca, anzi pallida e quasi macerata come quella dei discendenti di razze elettissime, gli occhi azzurri e profondi sotto i puri archi delle sopracciglia, il naso aquilino dalle narici nervose, l'abito elegante, il portamento veramente principesco.

Recatosi a Macerata nel 1843 per suonare la prima viola al teatro dell'opera, quivi, nel corso della stagione, fece eseguire due sinfonie ed un grande concerto a tutta orchestra obbligato a sei istrumenti; delle quali composizioni, che ottennero il massimo effetto, si parla con molta lode in un articolo pubblicato allora dal Messaggere Bolognese, dove sono ricordate altre composizioni dello stesso Mariani, gi