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4.° Elogio funebre letto dall'illustre signor Vincenzo Sartini, professore di filosofia al R. Liceo di Lucca. 5.° Assoluzione a quattro voci ed orchestra, composta dallo stesso Pacini.

Quelli che hanno cenato meglio, siano pure anche donne, sono sempre gli ultimi a lasciare i veglioni, e gli estremi, definitivi balli, non sono più danze, ma una vertigine spaventosa..... Il buon vino, è più eccitante, si crede da molti, di una buona orchestra. Alfredo e Cirillo, escono finalmente anch'essi. Corrono alle rispettive dimore, dopo una cordiale stretta di mano.

Nel caffè c'era una piccola orchestra che di colpo si mise a sonare un walzer fritto e rifritto, un'antipatia di musica frettolosa e saltellante, che mise una gaiezza stupida fra i consumatori. Lui, di faccia a un borghese, che batteva il tempo col cucchiaino nel vassoietto, si sentiva un formicolio nelle mani; gli avrebbe voluto buttar la chicchera in faccia.

E fu in quella stagione che il giovane direttore di orchestra si fece anche ammirare come violinista, suonando con nuova squisitezza l'a solo dei Lombardi, di cui ogni sera il pubblico entusiasta chiedeva la replica.

Cavaliere del merito di qualche...? Sicuramente; e vi par poco merito l'aver saputo incantare un pezzo di donna di quella fatta? Per bacco! altro che scriver note ed assordare le orecchie dei galantuomini coi crescendo delle sinfonie a piena orchestra!

Quest’accolta di maschere, guidata dalla infernale orchestra, era appunto la tubiana; la quale per lazzari, mammelucie, papere, ammucca-baddottuli, e d’ogni strana maniera travestimenti accrescevasi all’infinito. ² Pitrè, Usi e Costumi, v. I, pp. 26-27.

I Coristi, al primo apparire sulla scena, rivelano i loro istinti di ordine, schierandosi in semicircolo e ostentando la maggior parsimonia nei gesti. La scena ha luogo in un paese non ancora conosciuto, i cui abitanti, invece di parlare, cantano o solfeggiano con accompagnamento di orchestra. Epoca: a piacere del vestiarista. Sala, bosco, o piazza, a comodo dello scenografo.

Fu moglie, ora divisa, dell’espada Gallo, il quale da lei dovette apprendere quanto è più facile cosa inginocchiare i tori formidabili di Veragua e di Miura, che non al proprio amore costringere una sottile danzatrice zingara. Le sue danze non erano accompagnate da orchestra; uno scuro adolescente, seduto al proscenio sovra una seggiola di paglia, suonava per lei mirabilmente la chitarra.

Ho operato ugualmente questo biscobra che ti ho portato. È una pericolosa lucertola. La lingua ha due dardi dal veleno attivissimo. Ora è inoffensivo. Puoi prenderlo con le tue mani. Vorrei farti godere la velenosa orchestra dei serpenti che si intreccia con le preghiere melodiose delle fontane. Queste si lamentano di essere così sciupate. Ascolta, Mabima...

Dalle nere travature del soffitto pendeva una specie di lampadario spento, che sembrava piuttosto un arnese da pigliar mosche, e che si accendeva solo nelle grandi occasioni, vogliam dire allorquando la sala diventava una festa da ballo, e il palco del teatrino si tramutava in orchestra.