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Aggiornato: 21 maggio 2025
Pertanto si spiega come, stanco dei continui reclami dei consumatori, il Governo s’indusse ad abolire il dazio proibitivo del tabacco, gravando invece la mano sulla farina, sull’orzo, sul vino!
Due vie per giungere a questo ha lo Stato aperte dinanzi a sè: appoggiarsi sui ceti medi, farsi interprete degli interessi generali dei consumatori.
In secondo luogo, mentre i sindacati sono di produttori, sta dinanzi e di fronte ad essi l'interesse dei consumatori e specialmente di quei consumatori e sono la grandissima maggioranza -per i quali ogni aumento notevole di costo delle merci o dei servizi pubblici sarebbe oramai gravissimo, ogni diminuzione utilissima.
Ma trovo ovvio ed accettabile il pensiero dei liberisti, i quali vogliono che alle esigenze opposte e concorrenti dell'erario e dei consumatori sia sacrificato senza ritardo il vantaggio di quelle piccole categorie di industriali ai quali il protezionismo permise di intascare lauti guadagni: gli zuccherieri, innanzi tutto, ed il trust siderurgico.
Nel caffè c'era una piccola orchestra che di colpo si mise a sonare un walzer fritto e rifritto, un'antipatia di musica frettolosa e saltellante, che mise una gaiezza stupida fra i consumatori. Lui, di faccia a un borghese, che batteva il tempo col cucchiaino nel vassoietto, si sentiva un formicolio nelle mani; gli avrebbe voluto buttar la chicchera in faccia.
Quello è in polvere e viene conservato nelle tabacchiere. I consumatori mettono nella scatoletta il pollice e l'indice e s'introducono la presa nelle narici, colla stessa disinvoltura colla quale voi mettereste in bocca una pallottola di zucchero.
Parola Del Giorno
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