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Ma nello sforzo del vomito la pelle della fronte tendendosi, apparivano a traverso la cute le macchie scure della stasi. Mia madre gittava un grido. Andiamo, andiamo. Vieni via con me le ripeteva mio fratello, tentando di trascinarla. No, no, no. E il medico dava un altro cucchiaino di etere. E l'agonia si prolungava, e lo strazio si prolungava.

Il Cappellaio scosse la testa mestamente e rispose. "Io no! Ci siamo bisticciati nello scorso marzo proprio quando egli divenne matto " (ed indicò col cucchiaino la Lepre-marzolina), " gi

Nel caffè c'era una piccola orchestra che di colpo si mise a sonare un walzer fritto e rifritto, un'antipatia di musica frettolosa e saltellante, che mise una gaiezza stupida fra i consumatori. Lui, di faccia a un borghese, che batteva il tempo col cucchiaino nel vassoietto, si sentiva un formicolio nelle mani; gli avrebbe voluto buttar la chicchera in faccia.

Sediamoci, Flora riprese a dire poco dopo sottovoce, mentre rimestava col cucchiaino nella sua chicchera. Sediamo e lasciamo riposare un momento il cuore. Posso dire di avere sempre temuto questo istante doloroso, quantunque l'avessi più temuto che preveduto. Può essere che domani mi sembri la cosa più naturale del mondo e che l'assurdo sia io: e dovr

"E introduceva tra le labbra livide del morente un cucchiaino d'etere. Dopo qualche attimo, il morente riapriva gli occhi, torceva alto le pupille, metteva un vagito fioco. Avveniva una leggera mutazione nel suo colore. Le sue narici palpitavano. "E il medico: " Non vedete? Respira. Fino all'ultimo, non bisogna disperare." "E il medico dava un altro cucchiaino d'etere.

Bisogna prendere quel treno, disse Aldo, alzandosi e battendo col cucchiaino sulla sotto-coppa per chiamare il cameriere. Oh, Aldo! disse Nancy. Non vogliamo restar qui? ed essere felici? Restar qui ed essere felici, disse Anne-Marie con un sorriso incantevole. E restarono. Aldo ripagò il viatico all'amministrazione, ed entrò nelle sale da giuoco con Nancy.

Sul merletto nero e sulle bianche braccia scintillavano i braccialetti gemmati: erano ricaduti sui polsi, ella si occupò a risollevarsi verso il gomito, con molta cura, giocherellando con le catenine d'oro, coi cerchiolini sottilissimi. Irritato, Fulvio batteva col cucchiaino sul piattello del gelato: Andatevene mormorò a un tratto, soffocando di collera siete una donna odiosa, io vi detesto.

Io e mio fratello trasportavamo la culla che pareva una bara. Ma alla luce lo spettacolo era più atroce: a quella fredda luce candida della neve diffusa. E mia madre: Ecco muore! Vedete, vedete: muore! Sentite: non ha più polso. E il medico: No, no. Respira. Finché c'è fiato, c'è speranza. Coraggio! E introduceva tra le labbra livide del morente un cucchiaino d'etere.

Mentre col cucchiaino andava rimestando nella chicchera un caffè mezzo freddo, che non aveva voglia di farsi bere, correva di pensiero in pensiero, di ipotesi in ipotesi fino ad immaginare che cosa avrebbe dovuto fare nel caso che Ersilia avesse mancato indegnamente al suo contratto.