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Il silenzio era imponente e si sarebbe udita una mosca a volare e due farfalle a fare all'amore... Finalmente si conobbe l'esito della votazione; il progetto della Giunta era stato accettato con due soli voti di maggioranza; e il risultato fu accolto con grida, con applausi, con l'entusiasmo d'ambo le parti.

Veramente una inchiesta, fatta in mezzo a della gente, che a grande maggioranza non voleva saperne e che non dissimulava punto l'agonia in cui la si trovava a sentir menzionare quella fatale parola, che gi

I colti tutti; ma noi sappiamo che disgraziatamente essi non formano la maggioranza nella massa emigratrice. Gli altri parlano ligure, parlano siciliano, romagnolo, lombardo, napoletano, piemontese, ma non italiano. La nostra lingua non va più al nord di Pistoja e più al sud di Roma. Un povero lavoratore abruzzese si trover

Tutti conoscono come era costituito questo Concilio, i mezzi con i quali si ottenne la maggioranza, come fu schiacciata la minoranza, le lotte e i dibattiti de' suoi partiti. La sua storia fu accompagnata da una letteratura tutta speciale, quale non si era mai vista nei precedenti sinodi.

Non ostante cotesti lati chiari, la Restaurazione non incorse puramente a caso nelle stoltezze di Carlo X: come afferma Guizot, fuori del parlamento stava in aria, senza base: pel complesso della nazione non fu mai altro che una palliata dominazione straniera. La politica pratica nel nostro secolo addottrinato sui libri viene traviata non solo dalle passioni o dai malintesi interessi, ma anche dagli errori dottrinali. Per esempio, i patrioti tedeschi si son fatti trarre in errore per anni e anni dalla comparazione dotta, e zoppicante sui due piedi, della confederazione germanica con l'americana e la svizzera; e similmente il ricordo scientifico dell'Inghilterra di Carlo II ha esercitato una tale influenza dissennante, da metterci quasi in sospetto del beneficio della scienza storica. L'edifizio statale di Cromwell, coperto alla meglio da una tettoia provvisoria, andò in conquasso tra i motteggi della nazione: un generale inglese richiamò il re legittimo; il partito repubblicano subito si disperse ai quattro venti, e i falli accumulati dai due ultimi Stuart indussero a suo malgrado il popolo fedele a una seconda sollevazione. Ben diversamente in Francia. È semplicemente falso, se gl'inveleniti avversari del bonapartismo oggi lo affermano, che Napoleone fu abbattuto altrettanto dalla Francia quanto dall'Europa. Se l'inverno del 1813 egli avesse accettato le proposte di pace ingiustamente miti degli avversari, avrebbe potuto contare sopra un governo assicurato per molto tempo; e anche dopo che la sua alterigia imperiale ebbe tirati gli eserciti stranieri sul suolo della Francia, l'odio del popolo al massacratore non era alla lunga abbastanza forte per spezzare dagl'incastri interni le ferree giunture dello stato militare. Solo gli stranieri buttarono a terra Napoleone, e gli stranieri ricondussero l'antica dinastia. Per quanto le singole e lontane provincie del sud e dell'ovest salutassero con gioia la bandiera dei fiordalisi, rimane però assolutamente vera rispetto all'enorme maggioranza della nazione la scomunicata affermazione di Manuel, che la Francia accolse di mala voglia il ritorno dei Borboni. I nostri vicini si vantano a ragione di un vantaggio su tutte le altre grandi potenze: la Francia non possiede nessuna Irlanda, nessuna Polonia; le sue provincie sono tutte francesi con tutta l'anima. Oggi però si è aperta in questa nazionalit

La enorme maggioranza, che approvò la condotta del governo non lasciava luogo a sperare nella sua resipiscenza nella grave quistione che le venne innanzi il giorno 8 Marzo per la autorizzazione a procedere contro l'on. De Felice e per la convalidazione del suo arresto. Qui erano in giuoco le prerogative della Camera, delle quali, dal 1848 in poi, essa si era mostrata sempre gelosa.

La maggioranza rivelò sfrontatamente, come al tempo del re borghese, il proprio egoismo di classe, anche nelle questioni non strettamente politiche.

I soci approvarono in grande maggioranza. Intanto al manicomio, dopo un accurato esame del signor X , era insorta una discrepanza di pareri fra i medici: il dottor L lo dichiarava affetto da alienazione mentale idiopatica, con delirio ricorrente; il dottore Z non vedeva che sintomi di neurosi ipocondriaca.

Egli sorrideva trionfalmente del loro imbarazzo, e tratto tratto lanciava una ironica occhiata al marescalco ed al barbiere, i quali, senza comprendere, aderivano a tutto. «Essi mangiano e approvano pensava egli ecco la maggioranza, il coro di tutti i drammi sociali, il fondo massiccio di tutte le storie».

La vecchia abitudine dei comitati, delle commissioni e dei parlamenti getta negli anzidetti casi di nazioni padrone di loro stesse una turba d'aspiranti alla direzione della cosa pubblica, che sventuratamente riescono sempre con una minoranza buona o mediocre, ma con maggioranza pessima, e quindi annientato il po' di buono che vi si trova.