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Bonaparte tende a impiantare, scimmiottando Napoleone su scala pigmea, la dinastia di Murat in Napoli. Odiatore cupo dell'Inghilterra d'antico, riconcitato ad odio novello dalla civile condotta del popolo che ci porge asilo, e certo di averlo dichiaratamente avverso ai suoi disegni sul mezzogiorno d'Italia, ei cerca prepararsi una diversione contro l'Inghilterra, stringendo un patto segreto con la Russia e suscitando guerra in Oriente; un'altra contro l'Austria, spingendovi, quand'ei faccia, a dimostrazioni che ne tengano a freno gli eserciti. Voi, noncurante d'onore o di patria comune, avete accettato, in qualit

TRINCA. Non è obligo di secretezza che possa impedirmi che non vi compiacessi; ma desidererei che non lo ridiceste ad altri, ché m'impediresti di non udir piú da lui delle sue castronerie. TRASIMACO. Che Marte sia irato con me, mi dia forza di spopolar cittá, di sconfigere e disfar eserciti, se lo ridico; e perdonate alla mia curiositá.

Voi avete potenza, oro, eserciti e moltitudini d'uomini pendenti dal vostro cenno; io non ho conforti se non in pochi affetti, e in quest'alito d'aura che mi parla di patria dall'Alpi e che voi forse, inesorabili nella persecuzione come chi teme, v'adoprerete a rapirmi. Pur non vorrei mutar la mia sorte con voi. Io porto con me nell'esilio la calma serena d'una pura coscienza.

Dopo Cesare, gli eserciti romani valicarono più volte il colle del Piccolo San Bernardo. Vi correva la grande strada militare, che da Milano, metteva a Vienna nel Delfinato.

«Or dunque importa che sappiate essere giunte le nostre lettere a Monsignor Carlo, ed averle avute sopra ogni altra cosa gradite; confortarci alla impresa il Pontefice, e il Conte: quegli prometterci ogni soccorso spirituale, che a dir vero nei casi presenti non gioverebbe gran fatto; questi prometterci i suoi eserciti per sostenerci, e privilegii e franchigie per ricompensarci.

A casa, e ventre a terra gridò il principe ai suoi lacchè, salendo in vettura. Sentiva che la sua emozione era per sopraffarlo. Il giorno delle nozze. Il generale principe Paolo di Lavandall era venuto a Parigi nel 1815 con gli eserciti confederati stranieri.

Tu vai e vai per miglia e per ore e non trovi che solchi, avvallamenti e nuovi eserciti di pini scaglionati su una vetta, talchè ora ti pare d'essere a un valico alpino, ora in un parco reale, ora in un deserto. Non una voce odi, non un fiato, se non è quello del vento che passa al disopra: o tutto a un tratto lo scoppio aspro d'un fucile e il frascare d'un cane. Vai ancora.

I francesi non erano mai stati sul punto di essere più potenti e la più bella parte degli eserciti nemici era irremissibilmente perduta; essa aveva trovato la propria sepoltura in quelle regioni deserte, che aveva spogliate così crudelmente, quando il tradimento del Duca di Ragusa consegnò ai nemici la capitale e produsse il dissolvimento dell'esercito.

Non è d'ora ch'io vedo il mover d'armi e che odo il nitrito dei cavalli ed il calpestio dei fanti; guerra onorata e senza frutto, perchè.... Perchè? esclamarono tutte le ascoltatrici. Perchè le nazioni prima di vincere devono essere purificate al crogiuolo dell'afflizione e scevre di colpa; guai a quei soldati che entrano in campo senza la benedizione del Dio degli eserciti!

I Mille, ricordatelo, giovani Italiani, devono essere sostituiti dal Milione, e dieci eserciti indorati fuggiranno davanti a voi, come fumo spinto dal vento!...