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Con un manipolo di côrsi Gioacchino Murat sbarcò nell'ottobre 1815 dalla Corsica a Napoli, per conquistare un regno. Egli fu fucilato dopo il suo audace sbarco. Con un paio d'uomini, il côrso Luigi Bonaparte arrivò, ai nostri tempi, a Strasburgo, per conquistare una nazione di 35 milioni di abitanti. Il tentativo essendo fallito, egli sorprese di nuovo la Francia in Boulogne.

Ma egli non sembrami di una tempra bene aggressiva neppur provocato. Non lo si direbbe, su questo rapporto, il nipote del re Murat.

Questo perdurare di un regime feudale, di fatto persistente sino al 1860, si spiegò colla mancanza del soffio della rivoluzione francese, che non arrivò in Sicilia aggiogata al dominio borbonico dalle armi inglesi, anche quando le armate della repubblica, dell'impero e di Murat erano pervenute sino allo stretto di Messina nel continente.

Briganti oltrepassava i sessant'anni; bell'uomo, d'aspetto marziale, garbato ed affabile. Ben contento, continuò parlando, di conoscere il glorioso vostro capo, bravi giovanotti. Alfiere sotto il re Murat, militai anch'io per l'indipendenza d'Italia sul Po. Ora la mia fede di soldato è legata a Francesco II, e non la romperò.

»Milano, il 5 d'aprile 1815. »Il Governatore generale »Maresciallo BELLEGARDEOra che era egli Murat? Re d'una parte dell'Italia. Quali erano le sue truppe? Truppe italiane. Quali i suoi divisamenti? Discacciar gli stranieri dall'Italia, e riunire la Penisola sotto uno stesso governo. E questi fatti emergono essi dalla lettura del bando di Bellegarde?

Contro quell'intendimento antiunitario ed antinazionale protestavano bensì i più insigni patrioti d'Italia; e Poerio, Spaventa, Mauro, Bianchi e Settembrini rispondevano dalle prigioni «preferir di morire in carcere piuttosto che stender le loro mani a quell'avventuriere straniero» . Il Mazzini, appena ne ebbe sentore, scriveva fiere parole dirette specialmente all'esercito, e opportunamente ricordava il voto dato da Murat a favore della spedizione francese del 1849.

Chi udiva i discorsi di codesti rudi uomini, francesi, côrsi, italiani e polacchi, sentiva le cose più meravigliose e vedeva passare quadri di mezzo mondo innanzi a : le piramidi, i ghiacci terribili della Russia, le Alpi, Lipsia, Marengo, il sole d'Austerlitz, Eylau e non è tutto: nomi come Ney, oh, Ney! questo rattrista, Marmont, Bernadotte, che rattrista il vecchio cuore dei veterani, Murat il falso, il magnifico Murat!

Le fabbriche attuali, per lo più di carta, costruite grandiosamente e secondo i migliori sistemi moderni, debbono la loro origine ai francesi del tempo di Murat e principalmente a un certo Le Febvre che, venuto qui povero, trovò sulle sponde del Liri un vero Eldorado, riuscendo a trarre l'oro puro dalla forza delle sue acque. Lasciò a suo figlio queste fabbriche ed alcuni milioni. Il re di Napoli, credo Ferdinando II, accordò a questa famiglia il titolo di conti, titolo che essa invero aveva ben meritato; poichè una contrada poco coltivata deve al talento inventivo di quello straniero la sua ricca vita che non scomparir

Fra le vedute c’erano i ritratti, dei generali che più si distinsero in Russia, Davout, Murat, Ney, il principe Eugenio, e qualche altro.

Per corto che fosse il senno del re di Napoli, i fatti avevano parlato a alta voce, ch'egli pure doveva averne inteso il linguaggio. L'imperatore stava per cadere; suoi vicari dovevano essi cader secolui, oppure tentare di reggersi da ? Non era difficile cosa il dar risposta ad una tale domanda; e certo coloro che hanno rimproverato Murat di tradimento, si son mostrati a trafatto esigenti in fatto di fedelt