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Ma nessuno si accorge che tutti gli oggetti cosidetti inanimati rivelano nelle loro linee, della calma o della follia, della tristezza o della gaiezza. Queste tendenze diverse danno alle linee di cui sono formati un sentimento e un carattere di stabilit

Altre persone poi, e non meno autorevoli, profondono consigli e ammonimenti a quanti oggi si occupano a scrivere romanzi, novelle, liriche, drammi; e i loro discorsi ci rivelano quali dovrebbero essere, secondo essi, i nuovi ideali d'arte, i nuovi ideali di critica che debbono guidare la produzione letteraria futura.

È indiscutibile che molte affermazioni estetiche dei nostri compagni di Francia rivelano una specie di accademismo larvato. Non è infatti un ritornare all'Accademia, il dichiarare che il soggetto, in pittura, ha un valore assolutamente insignificante?

Quegli occhi neri, grandi, lucenti, che vi avviluppano e vi penetrano; che riverberano l'infinito; che rivelano l'abisso; ove il piacere è re; ove l'amore è tiranno... appiccano l'incendio dovunque si posano, la disperazione dovunque passano, fanno paura se s'inalberano, uccidono se diventano languenti. Le sopracciglia che li coprono scoppiettano scintille se si aggrottano.

La sua voce, il suo aspetto rivelano un tal crollo di tutto l’essere, che la madre ne ha un gran sussulto come d’un altro spavento impreveduto, come d’un altro mostro indistinto che le si drizzi davanti e sia per afferrarla. Costanza. Che è? Mortella. È vero dunque? Costanza. Che cosa? Mortella. Quel che ho pensato contro di te, quel che penso contro di te, quel che tu sembri ora? Costanza.

Le trecento settantadue pagine della sua confessione non rivelano però il lento lavorìo del rimorso, questo bisogno dell'accusa. Tullio Hermil, pur compiacendosi di distrigare l'arruffata matassa delle sue sensazioni e dei suoi sentimenti, rimane quasi estraneo a tutto quel che va scrutando nel proprio cuore corrotto.

Più che altro esse rivelano, nello stile, nella sovrabbondanza dei superlativi, e nella cortigianeria delle lodi, il carattere dell'uomo? Ma quando mai il Pacini ebbe tempo di esser uomo? Dai sedici fino ai settantaquattro anni, in ogni luogo ov'ebbe a trasferirsi, sotto ogni condizione di tempi, egli fu sempre e poi sempre maestro.

È difficile spiegare l'effetto che produce questo quadro. Il primo sentimento è l'orrore e il ribrezzo del cadavere. Ha la fronte nell'ombra, gli occhi aperti colla pupilla rivolta in su, la bocca socchiusa in un atteggiamento come di stupore, il petto enfiato, le gambe e i piedi stecchiti, le carni livide, che pare se ne debba sentire il freddo a metterci sopra la mano. Con questo corpo irrigidito, fanno un contrasto potente gli atteggiamenti vivaci, i volti giovanili, gli occhi umidi, intenti, pieni di pensiero dei discepoli, che rivelano in diverso grado l'avidit

Il cinico egoismo di questa suprema imprecazione ai condannati repubblicani che l'avevano compromesso, e l'umile preghiera al buon padre Giuliano onde lo sciolga dai lacci, rivelano nel Macchiavelli l'uomo incapace di forti azioni e di eroici sentimenti, che piombato dalla nuova miseria in una impreveduta tragedia insultava e pregava, calcolando magari che l'insulto ai compagni sarebbe presso il tiranno più efficace della preghiera.

Non tutte forse le idee sul rimaneggiamento europeo contenute in questo frammento son vere; ma tutte rivelano un giusto concetto delle tendenze che domineranno il futuro, e spirano un alito di quella fede che sola può santificare le rivoluzioni e liberarle dai pericoli dell'anarchia e delle delusioni amarissime che comprano a prezzo di sangue mutazioni di nomi alle cose e non altro. Dio, la Patria, l'Umanit