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Qui dove dischiuse del morto metallo I sensi e ne trasse gli spiriti ardenti, Qui dove le forze nel ferreo cavallo Più indomite strinse al cenno frementi, Qui dove di nuovo miracolo ardito Disdegna gli spazi del mondo finito E sciolto dai lacci l'ignoto rischiara, L'italico genio i tempi prepara.

Piú non han dote per le figlie i padri; o le maritan con lacci ed inganni, o fan nuziali inventati leggiadri. Hanno in dote la mensa per tre anni gli sposi, che procreano de' ladri, perché, saldato il conto, vanno al sole gli sposi, i figli e la futura prole.

Certi procurator, certi avvocati fan mille oppression, mille soprusi, temerari affidando alcuna volta in chi dorme sedendo o male ascolta. O siate vigilanti ad impedire i lacci occulti, i forensi veleni, o lasciate l'un l'altro ogni uom ferire per le proprie ragioni e i propri beni.

Giorno e notte pensava al maggior bene di Giuliano. Aveva avuto un immenso dispiacere, ed era quello di vederlo avvinto nei lacci di quella sirena del Nord. S'era consolata un pochino, però, pensando che quella sconsigliata, priva del divino aiuto, era una Zorodoff, figlia d'un ciambellano alla Corte imperiale di Russia, e aveva sposato un barone Dornelli di S. Maurizio.

Amar vogl'io, di quell'amor che avvampa In te, e ne' tuoi più nobili viventi, Di quell'amor che da' rei lacci scampa, Di quell'amor che regge infra i tormenti, Di quell'amor che all'universo è lampa Nella chiesa infallibil de' redenti, Di quell'amor pio, ver, forte, Che abbella e vita, e gioie, e strazi, e morte! Domine, qui amas animas.

O caso non piú intervenuto! e se il racconto, che fia di Cintio? DULONE. Voi l'avete fatta, padrone, assai onorata: provocate prima Cintio all'armi, ed egli facendovisi incontro animosamente con la spada poi, l'avete sfuggito. ERASTO. Volevi tu che avessi ammazzato una donna? DULONE. Che donna? ERASTO. Quando si slacciò il giubbone, si ruppero i lacci della camicia e dimostrò una mammella nuda.

77 Ami d'oro e d'argento appresso vede in una massa, ch'erano quei doni che si fan con speranza di mercede ai re, agli avari principi, ai patroni. Vede in ghirlande ascosi lacci; e chiede, ed ode che son tutte adulazioni. Di cicale scoppiate imagine hanno versi ch'in laude dei signor si fanno.

E non ha Amor in tutta la sua corte, m'oda chi vol, graziosi sguardi, chiara voce, o vivace lume. Perch'io pur prego lui, ch'ognor più forte con tal foco, in tai lacci e con tai dardi mi trafigga, m'annodi e mi consume. Dello stesso O novo esempio de l'eterna luce, alma gentile, ond'ogni alma più rara mirando la belt

Il cinico egoismo di questa suprema imprecazione ai condannati repubblicani che l'avevano compromesso, e l'umile preghiera al buon padre Giuliano onde lo sciolga dai lacci, rivelano nel Macchiavelli l'uomo incapace di forti azioni e di eroici sentimenti, che piombato dalla nuova miseria in una impreveduta tragedia insultava e pregava, calcolando magari che l'insulto ai compagni sarebbe presso il tiranno più efficace della preghiera.

Libri dettate a sollevar gli umani Dai lacci delle ignobili dottrine; Siate pensanti, ma non irti e strani, Non consiglier di scandali e rapine; Ponete mente che gl'ingegni sani Invocano edifizi e non ruine: Bando al Sofismo! egli è quel genio truce, Che al suo fango infernal l'alme conduce.