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II, lettr. CVIII. À Lausanne, Mourier 1790. Tra energici richiami forzatamente riducevasi dal 5 al 4% la rendita che lo Stato pagava per soggiogazioni; e se per alcun grave interesse di casta i tre bracci del Parlamento, quasi sempre uniti, erano in alcune quistioni in disaccordo tra loro (come quando il baronale chiedeva una legge contro il lusso e l’ecclesiastico un regolare catasto che comprendesse i beni ecclesiastici e feudali), l’accordo regnava sempre completo in tutto ciò che fosse bene del paese, e che servisse ad infrenare l’autorit

Egli proseguì, lamentandosi del governo italiano che aveva osato porre la mano su tutti i beni delle opere pie e su certe rendite della loro corporazione. Evidentemente il governo aveva considerato l'ars sartorum della citt

Per un altro del 19 maggio tredicesima Ind. Carlo II raccomandava a Roberto guerreggiante in Sicilia, di rendere ragione a Benincasa da Paternò, spogliato de' suoi beni per fedelt

Restituiscansi, sotto gli occhi di commissari del papa, i beni mobili e immobili tolti alle Chiese. 22. Libert

I Conti rimasero signori di questo luogo sino al 1575, nel quale anno si estinsero. Giovanni Battista, l'ultimo capo della casa, non lasciò che una figlia, Fulvia, che portò in dote tutti i beni di famiglia agli Sforza. Gli Sforza vendettero Valmontone nel 1634 ai Barberini, e Camillo Pamphili, nipote d'Innocenzo X, lo comperò dal cardinale Francesco Barberini nel 1651. Da allora è rimasto propriet

Donde gli amor, gli equivoci ed i gesti, uniti alla natura e al mal talento, faceano i paladini al vizio presti, o lo teneano in freno a tedio e a stento. Altri scrittor piú dotti e disonesti per i lor fini, a tal cominciamento, stampavan libri sottili e infernali, dipingendo i mal beni ed i ben mali.

La signora Montoni parve commossa. «Voi meritate questi beni, cara nipote, e vorrei poterveli conservare: avete una virtù, di cui non vi credeva capace. Ma il signor Valancourt? Signorainterruppe Emilia, «cambiamo discorso, di grazia, e non credete che il mio cuore capace di egoismoIl dialogo fini così. Emilia rimase presso la zia, la lasciò che molto tardi.

Troncati gli studi, confiscati i beni, non si perdette d'animo tuttavia. Natura temprata alla lotta, maschio carattere, salute a tutta prova, giurò non solo di affrontare, ma di vincere la battaglia che gli si offriva. Passò in Inghilterra, le terra eternamente ospitale a tutte le sventure.

La principessa non sapea che tra' suoi beni non le rimaneva più da garantire una tal somma. Al Weill-Myot, causa della rovina di lei, era ben noto: ma egli non era ancora contento. Il male fattole non gli sembrava sufficiente.

Ma nel 1152 Eugenio III v'installò i cistercensi che posseggono anche il bello e vicino convento di Trisulti; Federico II con un atto del 1221, datato da Veroli e che tuttora esiste, confermò i monaci di Casamari nel possesso de' loro beni; ma i suoi soldati distrussero il monastero allorchè l'imperatore la ruppe con Roma.