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Donna Vincenzina, sentendosi venir meno, si aggrappò alla sponda del letto e s'inginocchiò per soffocare contro la coltre un doloroso singulto. Massimo perdette un istante il senso delle cose, preso da una vertigine come se precipitasse da una torre. Soltanto Andreino Lulli fu calmo e ragionevole. Colla voce naturale e convinta disse: Il medico ha gi

Saranno effetti nervosi, ma certo senz'alcun rimedio; avrei avuto bisogno di trovare gli altri molto addietro; li vidi al contrario molto innanzi, e lo spazio che mi separava da essi, mi diede un vero spavento, quasi una vertigine. Così, tu non hai fatto bene e non hai fatto male? chiese Lidia. La voce della donna s'oscurò di tristezza, e mi penetrò in fondo al cuore.

Egli stette un istante, come colto da vertigine; si cacciò le mani nei capelli; fu per prorompere in un fiero lamento; ma fattosi forza, quasi avesse a rompere una catena che gli si stringesse ai polsi, tirò diritto senza dire parola. Gli pareva d'aver uno alle spalle, che gli gridasse: «cammina, va, piglia la via dei monti le selve, le solitudini, il cielo.... l

A una nota strappata aspramente dalla quarta corda del mio violino, la contessa traballò come colta da vertigine e cadde inerte nelle braccia del cavaliere, ed io, toccato il parossismo della follia, scaraventai in aria il violino che piombò spezzandosi nel mezzo della sala e irruppi per fuggire fra i miei compagni che mi trattennero.

molto andò che, fosse effetto del lungo sfinimento della passata notte, fosse un'improvvisa stretta al cuore, la fanciulla sentì annebbiarsi gli occhi, le membra agghiadarsi; e cólta da vertigine, si lasciò cadere sulla seggiola più vicina e giacque come svenuta.

Io ò dei bisogni di regina. Amore, piacere, ambizione, aspirazioni, lusso, follia... io sento tutto, do tutto, impongo tutto, esigo tutto senza limiti. Chi vuol di me, deve essere tutto a me che io lo inabissi nel baratri o che lo innalzi nel cielo. Avete voi delle ali, signore? Io mi chiamo vertigine. Io non conto col tempo. Di tutte la cose, io addiziono l'intensit

E voi siete prete e cardinale? Io sono uomo, Alberada; Dio mi fe' uomo. E questa imagine ostinata della donna mi veniva sempre avanti nelle meditazioni, m'isprava nelle preghiere, mi apriva il cielo, m'indorava di luce la vita, mi travagliava nei sogni. Questa figura trovai in te; e ti amai, e mi lasciai trascinare interiormente a quel precipizio come chi è preso dalla vertigine.

La cognata, per andare sino al termine, non vi s’arresta, non le interpreta. Parla, parla, in una specie di vertigine fredda; e la sua voce si falsa, ed ella medesima ne sente la falsit

L'amore sorgeva invece lentamente e fortemente in lei, e tutta la riempiva. Avrebbe sacrificato ogni cosa per non aver acconsentito, ma ormai capiva che non poteva più retrocedere, e come presa da vertigine, camminava dritto verso il precipizio. Se ella avesse pregato suo padre, egli avrebbe trattata la sua preghiera di capriccio.... chi sa?... l'avrebbe forse forzata.

L'orrenda tentazione mi venne... la vertigine mi avea preso; ma la corsa della barca che, investita dal vento, fuggiva come saetta dinanzi a me, potè impedirmi, ed ora ne ringrazio Iddio. Non pensavo, in quel punto, che della vita mia non mi era lecito disporre, chè ad altro oggetto io l'avevo consacrato col giuramento dell'anima mia...