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¹⁸⁴ Meditazioni filosofiche politiche sopra l’anarchico sistema giacobino della Libert

Tutto assorto nelle sue divote meditazioni, rimase un tratto seduto; poi cadde ginocchioni da capo, e stette a fronte china, in atto di fervorosa preghiera, fino all'Ite missa est; ascoltò religiosamente la lettura degli ultimi evangelii; quindi si alzò, raccolse il fazzoletto di seta che gli aveva custodito le ginocchia dalle polverose impronte della predellina, fece la sua brava riverenza in mezzo alla navata, e via.

Se avessi messo la posta di seimila lire, sarei tornato via con 180 mila lire in saccoccia. Son dunque novemila marenghi che ho perduto. Quel Montecarlo è una rovina, un inferno, un abisso! Lo sorpresi, una sera, immerso nelle più gravi meditazioni, come se macchinasse un vasto piano finanziario. Per più minuti non aperse bocca, sprofondato nelle sue fantasticherie.

Quando un'altra cosa venne a toglierlo dalle sue meditazioni. Egli s'accorse come la marmitta del risotto fosse vuota, e che pure il fiasco versasse in deplorabile stato. Terremoto! gridò allora con tutto il calore dell'anima; guardate, non abbiamo più niente, è scomparso tutto. Ehi, cameriere, il campo è sprovveduto, presto delle munizioni, che non venga meno l'ardore dei combattenti....

Egli era come il matematico che ha condotto a fine un calcolo complesso, frutto di lunghe meditazioni, di veglie sudate, e s'avvede che il conto, così diligentemente condotto, non torna. Come s'è ficcato per entro, e dove si nasconde l'errore?

L'Almirante ruppe finalmente il silenzio, e insieme con le meditazioni sue cessarono quelle un po' meno alte del suo reduce amico. La marchesa verr

Il pensiero dei casi avvenuti non permetteva a Rogiero di porre gran mente a quanto gli passava sott'occhio; si partiva anch'egli sospirando; si trovava all'aperta campagna, perchè, dopo l'assedio di Corrado lo Svevo, Napoli non aveva più mura; lasciò le redini sul collo del cavallo, e chinata la testa si abbandonò a dolorose meditazioni, senza punto badare dove lo trasportasse.

Di' un po', Michelino, la contessa sta in casa stasera? No, va all'opera, credo. Sai il numero del suo palco? Il nove, second'ordine, a sinistra.... credo. I due amici si strinsero la mano: uno si fermò nel caffè, l'altro, Michele, ne uscì e ritornò alle sue meditazioni peripatetiche.

Tornò indietro, dopo aver guardato un po' nella strada, distrattamente, mentre seguiva le sue meditazioni; si fermò dinanzi al presidente, e gli disse con piglio benevolo, ma assai risoluto: Io non ho il coraggio di firmare una sentenza di morte.... E non la firmerò! E neppur io! aggiunse l'altro magistrato. Io aderisco, disse affabilmente il presidente, alle proposte de' miei colleghi.

E pensava, così dicendo, ai trecento scudi d'oro del sole che gli fruttava l'impresa. Un alto fragore di combattenti, dall'altra parte dei castello, venne in quel punto a rompergli il filo dello sue meditazioni e a distoglierlo altresì dal pensiero di mandar gente sull'orme del fuggitivo. Che c'era egli di nuovo? Laggiù si picchiavano di santa ragione. Ma d'onde erano sbucati i nemici?