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«E fatti partire i Corrieri?» «, Conte.» «Perchè avete fatto questo?» «O che aveva io a fare?» «Voi non siete uomo da suggerirvi che dovevate gettarli nel fiume.» «Avete ragione, Messere; ma la vertigine dei casi mi ha turbato la mente.... io non sapeva.... io non avrei pensato....»

Leggo quel che la penna ha scritto: Crede ora? Verrò domani e mi sento preso da vertigine, vedendo riapparire il vasetto con le rose, ma in un altro punto del tavolino.

Aveva paura di essere travolto da un momento di vertigine, e finire poscia in quelle medesime reti, che lo zio e la nipote avevano teso, d'accordo, per cuel vecc... straortinarî! Il Casalbara era preso. Se ne andò scrollando il capo.

« Oh! se tu sapessi, Fulvia, che angoscie mi straziarono il cuore a misura che salivo in quei deserti di ghiaccio. In ogni voragine mi sembrava di vedere un lembo delle tue vesti, di scoprire una traccia di sangue. Non ho sentito il freddo, non ho provato la menoma vertigine, non ho avvertito pericoli, non ho pensato che a te.

Prega; e non l’ode il domator di vento, sempre più alto nel rapace volo. .... Donna, fragile carne!... Il Forte è solo nel suo libero assalto al firmamento. Adora, e taci. E lo vedrai sparire nel superato caos della vertigine azzurra: invitto re sui due prodigi dell’universo: il vivere e il morire. Io t’aspettavo, fin dal giorno in cui di fiorire m’accorsi all’improvviso, primula in marzo.

Queste parole, come un soffio di vento gelato, che gli rasciugassero il calido madore della fronte, a poco a poco fermarono l'ebbra vertigine ch'era nella mente del duca; a produrre codesto effetto però avea concorso un'altra causa, senza cui le parole stesse sarebber cadute inavvertite.

Ella gridò, vedendomi: Tullio, che hai? Ti senti male? Una vertigine.... M'è passata gi

Il fruscio dei rami, il canto delle cicale, il lampeggio delle acque, tutte le sensazioni esteriori la turbavano, le mettevano nello spirito un disordine quasi di demenza. L’accumulamento lento del sangue nel cervello, per l’azione del sole, le dava ora una visione leggermente rossa, un principio di vertigine. Le due barche, giunte a un gomito del fiume, non si videro più.

Ella non poteva quindi mentire con maggiore impudenza e con fine più crudele; fui preso da una terribile vertigine di smascherarla, ma non soccorrendomi sùbito una frase elegante e velenosa, che rimanesse tra me e lei come il suo sarcasmo, trovai miglior partito rispondere a Gian Luigi: Un'idea curiosa e originale, davvero! Di buone intenzioni è lastricato l'inferno!

Vedo ancora il suo sorriso ambiguo presto dileguato, soggiaccio ancora adesso a quel pauroso smarrimento che mi prese allora, quasi io mi fossi, per un attimo, affacciato a un abisso. Che significa questo? esclamai, fissandolo, nella vertigine. Egli rise un'ultima volta. Gli sprazzi del cognac! E mi prese la mano, e me la strinse come in una morsa.