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So improvvisare delle strofe che accarezzano lo spirito e lo distraggono dal dolore fisico. Ascolta! Gracidatori, Frusciatori, Rombatori. Fra le liane e i bambù gracida il curacoo!... Ora tace. Le fontane cantano vicine e lontane. Io ne imiterò le cadenze modulando la mia voce. Inebria i tuoi occhi di tutte le sfumature di questo verde infinito. Fissa ogni foglia come se fosse il volto di Mabima.

Voltatevi ancora e guardate quel viale, anzi meglio, quei viali interminabili, accompagnati da quelle statue e da que' vasi monumentali di marmo, interrotti da quei laghi, da quelle fontane, orlati da quelle siepi gigantesche; che cosa immaginare di più grandioso e tuttavia di meno fastoso, di meno opprimente!

Io pur il provo, che quel divin volto accresce e 'n me raddoppia ognor il fuoco, mi giova cercar fontane o boschi, che questo sol non cuopre e frondi ed ombra. Non cercarò vie più posare all'ombra per minuire il mio cocente vampo, , lassa, errando, gir tra folti boschi; ma ben seguirò io sempre quel sole per cui lieta mi nutrico in fuoco, che a ciò mi sforza il cielo col suo bel volto.

E adesso dove andrete? Dal Cavalli, a rifare la mano. Benissimo; a domattina. I due amici, salutato il Collini, andarono pei fatti loro. Ma come furono giunti sulla piazza delle Fontane Amorose, l'Assereto si fermò sui due piedi, guardando il compagno. Ebbene? disse Lorenzo. Che c'è? Sai una cosa? disse di rimando quell'altro. Questo Collini non mi pare un uomo solido. Baie! e perchè?

«Deh, metti al mio voler tosto compenso, beato spirto», dissi, «e fammi prova ch’i’ possa in te refletter quel ch’io penso!». Onde la luce che m’era ancor nova, del suo profondo, ond’ ella pria cantava, seguette come a cui di ben far giova: «In quella parte de la terra prava italica che siede tra Rïalto e le fontane di Brenta e di Piava,

«Meffilld ingrossava rapidamente: bisognò organizzare il comune, innalzare pubblici edilizi, costruire strade e fontane. Ogni domenica prendemmo l'abitudine di riunirci in meeting per discutere i nostri interessi. In sedici anni sono stato eletto tre volte sindaco da' miei concittadini, i quali recentemente mi hanno mandato, quasi a unanimit

Dal palazzo municipale fui condotto sulla riva dell'Arlanzon, in una spaziosa piazza con giardino, fontane e statue, circondata da graziosi edifizii nuovi. Di l

In cotesto paese bevono tutti largamente, lungamente, e lealmente. E sembra ancora che la Provvidenza abbia decretato così, perchè da una parte gli ha donato il migliore vino che le viti piangano nel mondo, e dall'altra gli negò le fontane, onde è forza usare le acque di cisterna, a cagione del suolo o per altro accidente, di sapore amare.

<<Deh, metti al mio voler tosto compenso, beato spirto>>, dissi, <<e fammi prova ch'i' possa in te refletter quel ch'io penso!>>. Onde la luce che m'era ancor nova, del suo profondo, ond'ella pria cantava, seguette come a cui di ben far giova: <<In quella parte de la terra prava italica che siede tra Rialto e le fontane di Brenta e di Piava,

Il vecchio giardiniere allora vide Fuggire i due amanti impalliditi: La bella villa dai cortesi inviti Or sembrava un soggiorno di iattura, Scansando il malaugurio, dalle mura Usciron presto del giardin deserto, E ripresero il lor cammino incerto. Il palazzo è di marmo, e le fontane Ebber zampilli lieti e gorgoglianti; Sovra i pilastri due leon rampanti Superbi ancora alzan le zanne vane.