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Roberto dormì tutto d'un fiato sinchè la luce del giorno, penetrando nella camera attraverso gli spiragli delle imposte mal commesse, venne a svegliarlo ad un tratto. Balzò dal letto, si vestì a mezzo, e corse a spalancar la finestra. Maria aveva avuto ragione. La prospettiva era bellissima, e una leggera nebbietta che velava i piani più bassi del quadro non faceva che dar risalto maggiore all'insieme. Non era lo spettacolo imponente che Roberto aveva goduto in qualche punto dell'Alta Italia, ove le Alpi cinte di nevi fanno cornice ai boschi d'abeti e ai torrenti impetuosi; era una natura calma e serena, che attraeva e riposava lo sguardo. La casa sorgeva sopra una collina abbastanza elevata; a destra e a sinistra si vedevano altre collinette, dietro a cui spuntava qualche cima più ardua, più nuda, che lasciava indovinare i prossimi Apennini. Di fronte, verso levante, si stendeva a perdita d'occhio una pianura ubertosa, seminata a cereali ed a canape e frastagliata di mandorli, di viti, d'ulivi. mancavano altri alberi, che con l'abbondante fioritura davano larga promessa di frutti. A capo di lunghi filari di pioppi o in mezzo a brune macchie di cipressi biancheggiava qualche casinetto di campagna illuminato dai primi raggi del sole. Qua e l

Mettendolo in tavola, coperto d'alcune foglie di viti, disse: «Quei parenti di Rocco, hanno accolto Tecla assai bene, e mandano questo presente. «Appunto, uscì a dire Giuliano rischiarandosi un poco in viso Tecla non l'ho ancora veduta: mamma, non mi scriveva che se l'aveva tirata in casa

«Il mio esempio fu seguito: tutte le colline favorevoli a questa coltivazione si coprirono a poco a poco di viti, la contrada si popolò di villaggi e nel 1857 uscì da' miei vigneti la prima botte di vino, che in gran pompa e coperta di fiori fu condotta a San Francisco.

Monotonia, monotonia del sole operaio che cuoce i germi delle viti, sguinzaglia i tafani sulle groppe dei buoi, accende pruriti nella carne di quella contadinella, arroventa il dinamismo giocondo dei tre cani e gonfia il mio petto d'un'ansia soffocante di amore e di guerra. Vita da cow-boy. La nostra fattoria di Barchessa immobile, sola come una nave sul mare infinito delle pianure.

A questo, che l'ho caro, vo' far de le gambe palanche. LISTAGIRO. Oh bene! E de le braccia salci. Ella è la vite che a le tue palanche si leggherá co' salci. E questa tutta sará la vigna. PILASTRINO. E noi i lavoratori che ricoglion il vin senza sementi, sol per zappare e saper ben congiungere le palanche a le viti.

E che di vini credo intendermene io! Quando si è nati in Francia, quando si sono percorsi i suoi dipartimenti vinicoli, si ha il diritto di crearsi giudice. Eppure guardate, se i vini italiani assomigliassero tutti a quelli che si bevono all'Ussero, sarei il primo a confessare che le viti d'Italia potrebbero gareggiare colle nostre, le prime del mondo.

Avevano mangiato gagliardamente, e bevuto da far raccapricciare le viti della pievania; e chiacchieravano de' fatti loro fumando, annuvolando la sala, scoppiando in risa ai motti di qualche compagno che avr

Procolo, suo padre e sua madre traversarono il cortile deserto. Su per i muri della casa arrampicavansi le sottili ombre delle viti; il suolo duro suonava ad ogni passo. E il lumicino mandando intorno la sua luce tremula rischiarava la scala esterna di legno, con la sbarra contorta, e, più sotto, le finestrine dai vetri appann

Quando egli aveva sudato pei campi fino a sera, e' non aveva anche finito, ma dava l'acqua pei solchi dell'orto. E' non erano che sassi, e lui a furia di sudore, li ha fatti diventare una buonissima terra, dove si ricava il meglio del podere. E questo bel filare di viti, chi l'ha messo, se, non lui?....

In cotesto paese bevono tutti largamente, lungamente, e lealmente. E sembra ancora che la Provvidenza abbia decretato così, perchè da una parte gli ha donato il migliore vino che le viti piangano nel mondo, e dall'altra gli negò le fontane, onde è forza usare le acque di cisterna, a cagione del suolo o per altro accidente, di sapore amare.