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Aggiornato: 20 maggio 2025


F. T. Marinetti: «Mafarka il futurista» romanzo, traduzione dal francese di Decio Cinti; «Mafarka le futuriste, roman africain». Ora voi come avete fatto la vostra requisitoria? In sintesi (non entro negli spiragli, nelle pieghe delle vostre argomentazioni), in sintesi, la vostra requisitoria è questa: a me piace o può piacere Mafarka il futurista. Ammetto anche il fine nobile, ma il fine non giustifica i mezzi. C'è la forma, è vero?, la forma che mi offende. Quando voi dite: membro, noi siamo collettivamente offesi; quando voi dite: culo, il nostro pudore è violato. Dante Alighieri dice culo, e Dante Alighieri si legge nelle scuole. Se non erro, il verso è: «Ed egli avea del cul fatto trombetta». Quando Dante Alighieri dice puttana, dice puttana, e non v'è nessuna offesa. È vero che certe scene le ha trattate con reticenza; ma le ha trattate anche con sincerit

Il signor di Linsac aveva custodito Morella per circa due anni in una specie di gabbia incantata, cui egli indorava del suo spirito non potendo indorarla dei suoi luigi: madama di Maintenon che serviva un aneddoto per rimpiazzare un arrosto! Morella vi si era formata osservando il mondo per spiragli, che lo rivelavano molto e le facevano indovinare molto più ancora.

Roberto dormì tutto d'un fiato sinchè la luce del giorno, penetrando nella camera attraverso gli spiragli delle imposte mal commesse, venne a svegliarlo ad un tratto. Balzò dal letto, si vestì a mezzo, e corse a spalancar la finestra. Maria aveva avuto ragione. La prospettiva era bellissima, e una leggera nebbietta che velava i piani più bassi del quadro non faceva che dar risalto maggiore all'insieme. Non era lo spettacolo imponente che Roberto aveva goduto in qualche punto dell'Alta Italia, ove le Alpi cinte di nevi fanno cornice ai boschi d'abeti e ai torrenti impetuosi; era una natura calma e serena, che attraeva e riposava lo sguardo. La casa sorgeva sopra una collina abbastanza elevata; a destra e a sinistra si vedevano altre collinette, dietro a cui spuntava qualche cima più ardua, più nuda, che lasciava indovinare i prossimi Apennini. Di fronte, verso levante, si stendeva a perdita d'occhio una pianura ubertosa, seminata a cereali ed a canape e frastagliata di mandorli, di viti, d'ulivi. mancavano altri alberi, che con l'abbondante fioritura davano larga promessa di frutti. A capo di lunghi filari di pioppi o in mezzo a brune macchie di cipressi biancheggiava qualche casinetto di campagna illuminato dai primi raggi del sole. Qua e l

Fiera è questa torre in cui per brevi spiragli penetra poca luce, e il piano destinato alla carcere si è il primo che sovrasta all'ingresso della Rocca. La scala che conduce ad essa passa per gli appartamenti di Stefano: la porta ne è tutta di ferro, e presso alle imposte di sasso è aperto un tortuoso pertugio che appena consente il passaggio ad una mano, onde per questo ministrare al prigione lo scarso cibo, allorchè non si vuole penetrare la carcere. Stefano ne tenea sempre seco le chiavi, si apriva quella porta fatale s'egli non era presente, alcuno si accostava al prigioniere senza che esso ne spiasse i moti e gli sguardi, perchè temea mosso a piet

Antonio si mise in tasca un pezzo di pane, ed uscì con premura dalla stanza, lasciando le due donne a fantasticare sul suo misterioso progetto. Egli montò all'ultimo piano della casa, e battè ad un uscio logoro, macchiato, e pieno di spiragli turati coi cenci e colla carta. Una voce rispose debolmente: Entrate. Antonio si trovò in una specie di bugigattolo rischiarato appena da un lumicino a olio.

Di tanto in tanto la Teresa, intirizzita dal freddo e dall'umido che penetravano per le scommessure delle imposte e per gli spiragli della porta, recavasi in grembo il caldanino, ne risvegliava il fuocherello, per riscaldarsi un poco le mani; e Stella pure era corsa due o tre volte a inginocchiarsi sul rialto del focolare, perchè sentiva gelare le sue piccole dita tutte rosse, che ormai non potevano più reggere la spola; e tornava poi più diligente e spedita al ricamo.

I due vecchi erano arrivati in mezzo ad una sala. Nascosti, agli spiragli di due porte semichiuse, stavano il Brinda, Roberto, Lina, i due medici. Agatina! esclamò subito Enrico. Ma questa... è la voce della nostra figliuola! Agatina non rispose. Essa stringeva la mano del marito e ascoltava ansiosa, tutta tremante.

Scomparso il Sultano, si confusero le due schiere dei grandi personaggi, e vennero verso di noi Sid-Mussa, i suoi figliuoli, i suoi ufficiali, il ministro della guerra, il ministro delle finanze, il gran sceriffo Bacali, il grande cerimoniere, i più grossi pezzi della corte, sorridendo, vociando, agitando le braccia in segno di festa. Poco dopo, avendo Sid-Mussa invitato l'Ambasciatore a riposarsi in un giardino del Sultano, si montò tutti a cavallo, si attraversò la piazza, s'infilò la stradicciuola misteriosa e s'entrò nell'augusto recinto del quartiere imperiale. Vicoli fiancheggiati da alti muri, piazzette, cortili, case in rovina, case in costruzione, porte ad arco, corridoi, giardinetti, piccole moschee, un labirinto da perderci il capo, e per tutto operai affaccendati, schiere di servi, sentinelle armate, e qualche viso di schiava dietro le inferriate delle finestre e agli spiragli delle porte: non si vide altro. Non un edifizio di bella apparenza, altra cosa, fuor delle guardie, che indicasse l'abitazione d'un Monarca. Entrammo in un giardino vasto ed incolto, tutto viali ombrosi incrociati ad angolo retto e chiuso da mura altissime come il giardino d'un convento, e di l

Per nostra buona fortuna il chiarore bianchiccio dell'alba, si fece vedere tra gli spiragli delle nostre finestre, ed i miei compagni partirono allegri e contenti, dopo averci scambiato la promessa di vedersi tra otto ore in via Grande a Livorno, chè le mie occupazioni esigevano che io mi dovessi trattenere tutta la mattina a Firenze.

Batte forte il cuore ad entrambi mentre a rapidi passi salgono l'erto sentiero della rupe. Pervengono finalmente sul picciol piano dietro il casolare, s'avvicinano a questo, la porta è chiusa, l'interno è muto, luce alcuna trapela dalla finestra e dagli spiragli.

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