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Per la prima volta da che era andato vicino a un pericolo mortale sentiva il piacere della vita, come se avesse ereditato inaspettatamente il diritto e il piacere di vivere. Gli spasimi di tre giorni d'agonia, le scosse date al freddo tronco della sua vita intirizzita, avevano mosso in lui una nuova linfa, che prometteva una fioritura di affetti più naturali e più disinteressati.

«Soffriinterrogava Manfredi la nobile Elena, la quale, intirizzita dal vento ghiacciato, dolorosa pel lungo dimorare in una stessa positura, e per la malattia di languore che da tempo remoto la travagliava, aveva disciolto un gemito sommesso. «Io? Pensa a salvarti, pensa a salvare i miei figli.» «Tu soffriinsiste Manfredi. «Oh non badarvi!

Lei sola aveva nel sangue, come quel pover'uomo di suo padre, l'amore al lavoro e alla casa!... E non usciva: anche tutto quel giorno sola soletta, intirizzita, rimaneva nel suo bugigattolo, scartabellando lo scartafaccio, e passando e ripassando il portafoglio delle cambiali.

Le è proprio capitata una giornata di quelle: e quel suo uomo ha poco giudizio a strapazzare una carnagione come la sua. Stia sotto sotto, quieta quieta e cerchi di sudare. Ora le porto il latte caldoTeresin uscì e tornò con una scodella di latte bollente, grande come il lago di Como, che fu un vero ristoro per la povera creatura intirizzita di dentro o di fuori.

Di tanto in tanto la Teresa, intirizzita dal freddo e dall'umido che penetravano per le scommessure delle imposte e per gli spiragli della porta, recavasi in grembo il caldanino, ne risvegliava il fuocherello, per riscaldarsi un poco le mani; e Stella pure era corsa due o tre volte a inginocchiarsi sul rialto del focolare, perchè sentiva gelare le sue piccole dita tutte rosse, che ormai non potevano più reggere la spola; e tornava poi più diligente e spedita al ricamo.

La pianura s'è mutata in un oceano vasto di bruma vellutata e intirizzita di mistero, eppure il mio treno vi si tuffa con mollezza irresistibile... stupito di fracassare ad ogni istante il colossale tamburo di un invisibile ponte levatoio... Sono allora singhiozzi di bronzo e rimbalzi d'artiglierie gettate giù dai bastioni, in un fossato... Troppo tardi!... Vedete, il mio treno è impazzito!... Calmate, se potete, l'atroce frenesia, i battiti del suo gran cuore arroventato e i rantoli bollenti della sua caldaia, e il suo soffio possente che guaisce e si lagna bagnando gli echi delicatamente d'un miagolìo nostalgico di zufolo!...

Allora Lazzaro incominciò così: Un montanino verso questi mesi scese per certe sue faccende in Maremma. Baciata e ribaciata la famiglia, mette un pane in sacca, chè dell'acqua da ogni parte se ne trova, e vassi con Dio. Giunto come sarebbe a mezza strada, ecco una vocina fioca percuoterlo all'improvviso, che in doloroso guaio diceva: "Eccellenza! oh Eccellenza! per quanto amore porta ai suoi figliuoli, guardi di non pestarmi." Il montanino giusto in quel punto pensava ai suoi figliuoli, onde tutto sentendosi rimescolare dentro, rispose tosto: "Chi mi chiama? Che cosa volete da me?" E la vocina fioca continua: "Deh Eccellenza! abbassi gli occhi, e consideri una povera serpicina a qual misero stato si trova ridotta!" E il montanaro dechinato lo sguardo vede una serpicina intirizzita dal freddo, che tirava l'anima co' denti e non aveva balía di muoversi. "In carit

Nella regione alpestre od alpina si ode forse qualche strappo di canzone in quei rari seni della valle dove cresce la vite e matura l’uva, o su in alto nei pascoli, ma quelle poche note hanno l’aria stentata e intirizzita di una pianta esotica che si voglia far crescere in terreno non propizio. Il canzoniere alpino è tutto invernale ed è curioso, caratteristico, ricco di colore e di poesia. L’estate fra i monti ha troppe fatiche e troppi pericoli. Tutte le opere agresti vi sono tali da anticipare al colono una vecchiaia spesso acciaccosa. Chi possiede, ha per lo più quel poco avere sminuzzato in altrettanti poderetti lunghi e larghi talora come l’ombra che manda il corpo del padrone nell’ora del tramonto: ed è gente di bassa statura. Tali poderetti sono disseminati qua e l

Oh la povera infanzia intirizzita di Gian-Paolo. carezze, rabbuffi, una libert

La scimmia scende dal fico, e insieme uniti si riducono al punto ove il caso avvenne. Allora la scimmia favellando piacevolmente alla serpe, la interroga: "Carina mia, or dunque dimmi: quando il montanino ti rinvenne intirizzita, stavi proprio qui?" "Qui traverso." "Bene; ed egli ti prese per la coda, e ti portò quaggiù?" "Precisamente." "E qui gli ordinavi ti mettesse nel buco?" "Qui appunto."