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66 E ne la face de' begli occhi accende l'aurato strale, e nel ruscello amorza, che tra vermigli e bianchi fiori scende: e temprato che l'ha, tira di forza contra il garzon, che scudo difende, maglia doppia, ferrigna scorza; che mentre sta a mirar gli occhi e le chiome, si sente il cor ferito, e non sa come.

Dio, eccolo.... eccolo.... veggo il lume: ecco il mio tiranno.... scende le scale, viene a tormentarmi.... Ma vieni, vieni pure.... Prima morta che tua.... .... ah! respiro.... non è lui; nessun lume viene a rischiarare questo abisso.

A' nostri giorni la strada agevole e bella, menzionata sin dal principio di questo racconto, scende da quella vetta, passando a piè della torre di Cadibona; la quale mi ritorna nella mente colla croce rossa di Genova dipinta sulla sua faccia, appunto come quella che io vidi sul muro di non so qual edificio antico, che d

L'anno appresso passa per Toscana e si fa incoronare imperatore in Roma da papa Giovanni XIX; ed ivi terza baruffa tra romani e tedeschi. Tutto inutile. Scende a Benevento e Capua, e vi si fa riconoscere all'intorno, risale a Roma, a Ravenna, a Verona, a Germania, lasciando tranquilli i pavesi, a patto che riedifichino il palazzo.

Non prati, non ovili, Ma solamente burroni scoscesi Fra cui serpeggia e luccica Al sol d'un'acqua povera la striscia: Intorno alto il silenzio Scende nel lento scendere del giorno.

Impugna il brando fiammeggiante, allaccia L'elmo d'almo fulgor giammai non spento, E l'ampio scudo fulminoso imbraccia, E scende, quasi in mar turbo di vento: L'adegua in corso; e l'implacabil faccia Michele ingombra di mortal spavento; E con sua tromba ad eccitarlo in guerra, L'aria scotendo, abbandonò la terra.

15 Ecco in Italia Childiberto quanta gente di Francia e capitani invia; più che Clodoveo, si gloria e vanta ch'abbia spogliata o vinta Lombardia; che la spada del ciel scende con tanta strage de' suoi, che n'è piena ogni via, morti di caldo e di profluvio d'alvo; che di dieci un non ne torna salvo.

L’alata voce ed agile In mille giri ondeggia, Ora con volo rapido Quale usignol gorgheggia; Ora di luce eterea Cinta dall’alto scende, E con bell’arte insolita I cuor’ di gioia accende⁶⁸. ⁶⁸ Villabianca, Diario ined., a. 1798, pp. 28, 58, 68.

Flora, non trovando Regina al ponticello, sedette sulla solita panchina ad aspettarla. Ivi il monte scende quasi a perpendicolo con una spaccatura, in cui scorre e salta dopo le piogge un piccolo torrente tra fitte boscaglie di rovi e di felci; e sulla spaccatura è buttato un ponticello di legno rustico. Era il luogo dove le due ragazze portavano i loro lavori, i libri, la merenda.

"Entriamo nell'altra catapecchia," mi rispose sorridendo, e mi spinse nella grande sala degli Ambasciatori, che occupa tutto l'interno della torre, poichè veramente la sala della barca appartiene a un piccolo edifizio che, sebbene congiunto alla torre, non ne fa parte. La sala è di forma quadrata, spaziosa ed illuminata da nove grandi finestre ad arco in forma di porte, che presentan quasi l'aspetto di altrettante alcove, cosiffatto è lo spessore dei muri; e ciascuna è divisa per mezzo, verso il di fuori, da una colonnina di marmo che sorregge due archetti eleganti, sormontati alla loro volta da due piccole finestre arcate. Le pareti sono coperte di musaici e d'arabeschi indescrivibilmente delicati e multiformi; e d'innumerevoli iscrizioni che si stendono a guisa di larghi nastri ricamati sopra gli archi delle finestre, su per gli spigoli, lungo i fregi, e intorno alle nicchie, nelle quali ponevansi i vasi ripieni di fiori e d'acque odorose. Il soffitto che s'eleva ad una grande altezza, è composto di pezzuoli di legno di cedro, bianchi, dorati e azzurri, commessi insieme, in forma di cerchi, di stelle e di corone; e forma tante volticine e cellule e finestrette centinate dalle quali scende una vaga luce, e dalla cornice che congiunge il soffitto alle pareti, pendono pezzi di stucco faccettati e ricamati a modo di stallattiti e di ciocche di fiori. Il trono era posto nella finestra di mezzo del lato opposto alla porta d'entrata. Dalle finestre di questo lato si gode la stupenda vista della valle del Dauro, profonda e silenziosa, come se anch'essa sentisse il fascino della maest