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Prendete: è l'oro di re Filippo. TINTORETTO solo. (baciando la figlia) È l'ultimo bacio nella casa dove se' nata! (la compone, le si inginocchia vicino, si solleva). È l'ultima alba!... Guarda se ancora luccica la tua stella!... (la drizza sui guanciali, le alza la testa, e fissa pel finestrone.... Dal terrazzo si vedr

O Chiaravalle, Quante migrar dalle tue chiostre al cielo Consolate colombe e quante ancora Vorrian fermar nelle tue nicchie brune Una pace che fugge! A stento il nido Nelle rovine tue nasconde il picchio, A cui lacera il cor spesso il rimbombo Del cacciator malvagio; e l'ombre stesse Del padri incappucciati (s'egli è vero Che si adunino a notte in mezzo al coro, Quando la luna luccica inquieta A turbare il gran sonno degli avelli) L'ombre dei padri esterefatte balzano Al reo fischiar della macchina nera, Che solca l'orto del convento e versa Bave di foco ed aliti d'inferno Sulla mesta Certosa. O Chiaravalle, Alle tue mura gi

S'immagini una immensa pianura verde come un prato coperto d'erba novella, attraversata in tutti i sensi da sterminati filari di cipressi, di pini, di quercie, di pioppi, sparsa di foltissimi boschetti d'aranci, che a tanta lontananza non paion più che cespugli, e di grandi orti e giardini così affollati di alberi fruttiferi che presentano quasi l'aspetto di poggerelli vestiti di verzura; e a traverso questa immensa pianura il fiume Genil che luccica fra i boschi e i giardini come un gran nastro inargentato; e tutto intorno colline boscose, e di l

Il ragazzo guardò a destra. Poi disse: Vicino al cimitero, tra gli alberi, c'è qualche cosa che luccica. Paiono baionette. Vedi gente? No. In quel momento un fischio di palla acutissimo passò alto per l'aria e andò a morire lontano dietro alla casa. Scendi, ragazzo! gridò l'ufficiale. T'han visto. Non voglio altro. Vien giù. Io non ho paura, rispose il ragazzo.

Napoli è il pandemonio D'ogni stranezza umana; Vi si respira il soffio Dell'epoca pagana; Come al tempo dei Cesari Rimaser le taverne; Serban l'antica foggia L'anfore e le lucerne. Il popolo s'inebria Di leggende e di canti; Ama le notti tiepide, I tramonti smaglianti, L'albe serene, il glauco Color della marina, Ciò che fa chiasso e luccica, Il lotto e Mergellina.

Nell'addormito spirito, quale su mar deserto repente un alcione candido irrompe, il cieco così della mia tenebra Orror fende una donna, uno splendr che i muti segni richiama e suscita delle memorie spente nel gran mar delle lagrime, Quale si annuncia candida, qual sorge dalle fonde acque in un riso tremulo che luccica sull'acque e in sen dell'acque specchiasi

Non prati, non ovili, Ma solamente burroni scoscesi Fra cui serpeggia e luccica Al sol d'un'acqua povera la striscia: Intorno alto il silenzio Scende nel lento scendere del giorno.

Le ondine facevano una spuma lenta e senza luci: le dicevi l'ultimo sorso sulle labbra di un voluttuosissimo ebbro. Se io fossi pescatore, mi sceglierei quella casetta tutta bianca che guarda il mare, vorrei quella barca impeciata che al sole luccica, come se fosse d'argento, andrei alla spiaggia, cantando la canzone gaia e spensierata. Spiaggia di Sestri.

Il semplice Spirto frattanto ignori Quel che prepara il cielo.... Or or giunse alla bettola E cionca tra i pastori Cieco d'un occhio un uom dal rosso pelo. Tonda la faccia ed ilare, Nude le braccia, a sghembo Sul ciglio alza il cappello; Mentre affilato luccica Nel rovesciato lembo Di sanguinosa tunica il coltello. Sogna, agnellino, e dissipi L'alterne orrende voci A te pietoso il vento,