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Sentivano i suoi lamenti nei boschi, il suo silenzio disperato nei prati, il suo pianto lento nelle rugiade. La terra piangeva, la terra soffriva. Il suo destino era come quello del lavoratore: i signori le calpestavano nelle guerre e nelle sue caccie le poche messi, le abbattevano le quercie per i loro castelli, le uccidevano i più miti animali per allevare i più infesti.

Il Casino delle Delizie offre una magica festa ai suoi invitati. Sotto le quercie e i pini ombrelliferi una orchestrina di nervi e fibre, tremolanti archetti di pudore, clarini di mandre sognate, tamburelli-cuori rapiti al petto delle bambine, chiama gli usignoli a spasso nei dintorni, perchè le armonie non siano troppo flebili.

In su la destra e su la manca riva Foltissime innalzarsi orride e dure Quercie vedeansi; e non giammai s'apriva Strada a' raggi del sol per l'ombre oscure; E di loro ogni tronco al ciel saliva Non mai percosso da villana scure, mai soleasi al bello orror selvaggio Far da' pastori o da gli armenti oltraggio.

Questa è curiosa! Perchè il tappo non va a fondo? Perchè il tappo è di sughero, bambino mio: e il sughero resta sempre a galla. Che cos'è il sughero? Il sughero è la scorza o corteccia d'un albero, di una specie di quercie, il cui legno, come vedi, è leggerissimo. È certo, disse Aldo il quale pensò subito alle barchette, che il sughero, essendo legno, deve galleggiare sull'acqua.

È un bosco d'ontani, di quercie e dei più grandi faggi che si vedano in Europa, del circuito di più d'una lega francese, posto ad oriente della citt

Questo passeggio si stende dal palazzo del duca di Montpensier fino alla Torre dell'Oro ed è tutto ombreggiato da platani d'Oriente, da quercie, da cipressi, da salici, da pioppi, e d'altri alberi del settentrione, che gli Andalusi ammirano come ammireremmo noi le palme e gli aloè nelle campagne del Piemonte e della Lombardia.

Un cielo densamente azzurro, limpidissimo, sorrideva su la stesa dei campi verdeggianti, su la mole del gran vulcano; e la trasparenza straordinaria dell'atmosfera rendeva percettibili i vigneti, i boschi di quercie e di castagni, i paesetti stesi a piè di esso quasi perle sgranate di una collana, luccicanti di qualche vivo riflesso dei vetri delle case, che si distinguevano soltanto come macchie bianchicce tra il verde della rigogliosa vegetazione e il color cupo dei terreni e della lava.

La notte è tenebrosa; terra e cielo si confondono nel buio infinito da cui si staccano, più neri, alcuni nugoli che viaggiano solitarii, ed i gelsi e le quercie in sembianza di giganteschi fantasmi. La brezza bisbiglia sottovoce e dondola i letti pensili degli uccelli e degli insetti. Che pensa Donato colla fronte ardente nascosta fra le mani? Non pensa, vaneggia.

Un abitante di Terni si occupò di trovarmi un alloggio, scrivendo in precedenza una lettera ad un suo conoscente. Noleggiai una carrozza e partii da Terni alle 4 del mattino del primo agosto. Si attraversa una regione montuosa da settentrione a mezzogiorno, su una buona strada, cosparsa di poche e piccole abitazioni e ricca invece di bei boschi di quercie.

Oggi, inaridito dagli anni, una notte tempestosa passata allo scoperto mi raccapriccia, ma più giovane, io ho goduto allo spettacolo d'una notte nella foresta illuminata da un fuoco che si doveva difendere e sostenere in vita lottando col temporale. Pioveva a dirotto, e le frondi dell'annose quercie battute del vento aumentavano gli effetti della pioggia.