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Rasciugò le sue buone lagrime, vedendo muoversi sua sorella Albertina. Essa lo vide, passando; ed egli si alzò per accompagnarsi a lei. Pregavi? gli chiese Albertina. , per tutti; rispose. Tranquillissimo, quella sera, quasi sereno, ragionò lungamente di cento cose con lei, evocando memorie infantili, facendo perfino castelli in aria per i giorni che non sarebbero venuti.

Elogio di Benedetto Castelli bresciano di |Sisto Tanfoglio|, dottore in filosofia e matematica ecc. ecc., Brescia, 1819, presso Nicolò Bettoni e soci. INTORNO ALLA «SERVITÙ PRESSO I POPOLI ANTICHI E MODERNI» DEL GR

Perchè il povero vescovo ha smagrita bene la collottola nelle mude dei castelli del re, e gli è bene che per nostra carit

Intanto a Fiumalbo s'incominciava a discorrere, a far castelli in aria, sulla presenza di quei due impiegati del governo ducale. Si era creduto a tutta prima che fossero due ingegneri, venuti a studiare per la costruzione di un ponte, gi

Emilia comprese, dai loro discorsi, esser quello un esercito vittorioso che tornava nel suo paese; i numerosi carriaggi che l'accompagnavano erano carchi delle ricche spoglie dei nemici, non che di feriti e prigionieri che sarebbero stati riscattati alla pace. I capi doveano separarsi il giorno seguente, dividere il bottino, ed accantonarsi, colle proprie bande, nei rispettivi castelli.

Convenne rinnovare la nostra amicizia; ricostruirla sulle rovine. Somigliavamo a due povere capanne che il rivale capriccio di due tirannuzzi abbia celato sotto gli enormi macigni di due castelli merlati.

Il capitano aveva ereditato dalla sua famiglia parecchie buone terre ed una bella villa signorile, nello stesso villaggio del maestro, vicino a Treviso, nella pianura lodata fino dai tempi antichi che ha per orizzonte le cime nevose delle Alpi, e una verde cintura di colline sparse di castelli, d’abazie a di villaggi.

Sentivano i suoi lamenti nei boschi, il suo silenzio disperato nei prati, il suo pianto lento nelle rugiade. La terra piangeva, la terra soffriva. Il suo destino era come quello del lavoratore: i signori le calpestavano nelle guerre e nelle sue caccie le poche messi, le abbattevano le quercie per i loro castelli, le uccidevano i più miti animali per allevare i più infesti.

Non havvi per avventura in tutta la Francia una provincia, nella quale si vada con eguale commozione. Se non che il treno corre troppo rapido, e quella contrada curiosa, le sue roccie rossicce, i suoi castelli diroccati, le sue citt

VIGNAROLO. Castelli in aria. CRICCA. Di che cosa? VIGNAROLO. Il padrone mi ha commandato che non lo dica ad uomo. CRICCA. Dillo a me che sono una bestia. VIGNAROLO. No no: sai che da me son secreto; quanto or ci debbo essere che me l'ha commandato il padrone? CRICCA. Io non lo voglio sapere se bene mi pregassi.