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Sole limpidissimo di giorno, stelle limpidissime di notte. Egli guardava la madre e le stelle; e mormorava, chinando la testa sopra una spalla con quel suo vezzo ancora infantile:

Sei tu, anima di donna, che parli a me da quel cielo melanconicamente roseo, da quel nero hosco della botanica, da quel piano silente?... Se tu, o Lidia, in questo momento muori o ti ricordi di me, io prego Dio. 25 ottobre. Com'è bella la Natura, quando si ama! Splende il sole: il cielo è limpidissimo.

Un cielo densamente azzurro, limpidissimo, sorrideva su la stesa dei campi verdeggianti, su la mole del gran vulcano; e la trasparenza straordinaria dell'atmosfera rendeva percettibili i vigneti, i boschi di quercie e di castagni, i paesetti stesi a piè di esso quasi perle sgranate di una collana, luccicanti di qualche vivo riflesso dei vetri delle case, che si distinguevano soltanto come macchie bianchicce tra il verde della rigogliosa vegetazione e il color cupo dei terreni e della lava.

Era un bel giorno di state nel 1836. Sul declinare quel era stato limpidissimo oltre l'usato, ed il clima tutto fuoco veniva rattemprato da fresco venticello marino; una festicciuola domestica aveva avuto luogo in quel giorno, ed in essa si erano moltissimo rallegrati danzando coi negri Antonio, il giovinetto Carlo e la vaghissima Ofelia, tutti e tre figli di Giovanni e di Rosina. Sotto le benefiche ombre dei banani e dei cocchi, nel parco del palazzo, aveva avuto luogo la danza. Quando il sole si avvicinò all'occaso una frugale refezione era stata imbandita ai danzatori sull'erba fiorita. Mille augelli di variopinte piume facevano risuonare l'aura di melodiosi concenti. Sotto un padiglione di verzura stavano assisi il governatore e Rosina col ciglio umido per pianto di tenerezza nel mirare tanto allegri i teneri figliuoletti; e la stessa eternamente malinconica Angiolina si era quasi lasciata abbandonare dalle tetraggini, a quelle amabili scene. Dalle vicine boscaglie ad un tratto si era udito il suono flebilissimo di un liuto ed una voce di donna soavissima aveva intonato la seguente patetica canzone: Per il mondo vanno errando Madre e figlio abbandonati, Nulla, ahi! nulla omai sperando Fuorchè sterile piet

Ma nell'aria si aspira un lieve odore di limone fresco; una gamba di pollo arrosto, con la delicata pelle del corpo crogiolata, fa supporre il resto; un'ostrica bruna, rugosa e scabrosa di fuori, bianco-lattea, morbida e lucida di dentro, respira lentamente; in tre dita di Xeres biondo, trasparente, limpidissimo, sono immersi i pezzetti gialli e succosi di una pesca duracina.

Ma nella calza non c'era niente. Malia si lavava, canticchiando, le belle spalle bianche, nude, assalite dai brividi. Il bacile di latta si empiva di spuma candida, fiocchi di neve ne cadevano intorno. Ancora il sole non era arrivato alla stanzuccia, ma per le vetrate appariva il cielo azzurro, limpidissimo, sul quale la Befana aveva, nella notte, ripassata la sua scopa di penne di pavone.

Verso le due dopo la mezzanotte mi ero levato da letto e avevo aperto la finestra; mi sembrava che nella camera mi mancasse l'aria. Il cielo era limpidissimo, trapunto qua e l

Con queste dolci speranze, con questi forti propositi, in una bella mattina di maggio, Diana Varedo, insieme alla bambinaia e a Bebè, s'avviava alla stazione centrale incontro al marito. Incipit vita nova le dicevano il cielo azzurro, l'aria tepida, il sole limpidissimo, l'animazione insolita della gente che pareva bevere a larghi sorsi la primavera. Incipit vita nova le ripeteva il suo cuore.

C'è per l'occhio un riposo, un piano liscio, levigato tra due catene di monti tutti in pace, c'è per l'anima un cielo terso e limpidissimo. In un attimo si ama tutto e tutto ci parla: la spiaggia ciottolosa, curva, l'arena bagnata, la frangia d'argento dell'onda, il suolo fatto dagli uomini e le case e le ville, e le frane spaccate dal caso.