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Il Casino delle Delizie offre una magica festa ai suoi invitati. Sotto le quercie e i pini ombrelliferi una orchestrina di nervi e fibre, tremolanti archetti di pudore, clarini di mandre sognate, tamburelli-cuori rapiti al petto delle bambine, chiama gli usignoli a spasso nei dintorni, perchè le armonie non siano troppo flebili.

Altri con reti d'oro i pesci snelli tranne di questo rio, di quello fonte; altri tendon guazzarsi ne' ruscelli chi piè, chi man, chi l'ale, chi la fronte; altri celan archetti ai vaghi augelli per macchie e ripe, o sotto o sopra un monte; altri scaccian de' boschi e folti vepri damme, conigli, cervi, capre e lepri.

Milioni di bottiglie del più spumante Asti sonoro schizzavano, decapitate ma allegrissime sulla tavola imbandita del cielo, fra le ondate orchestrali dei raggi, lunghi archetti d'oro che spremevano giù nelle profonde cavate il terrificante cuore dolcissimo di Dio. Dio! Dio! Dio! Dio! gridava Pagiolin. Dio è luce! Dio è musica! Dio è profumo!

Certo quegli uomini del cinquecento egli diceva avevano l'occhio più acuto, la mano più sicura di noi... E che fioritura inesauribile di fantasia! Guardi, signora, quegli archetti ogivali che formano le nicchie del nodo. E, nelle nicchie, quegli altri sei angioli con gli strumenti della Passione!

In questa ecco passare presso un plebeo romano dalla lingua mordace, e dagli atti petulanti, il quale avendo inteso la domanda della giovane, quasi invitato dalla onesta bellezza delle gentildonne, rispose: E' sono archetti tesi dai carcerati alla carit

Quindi, per far inganno a stesso, e mostrarsi ai proprj occhi spensierato e sicuro, piegava il capo, e quasi si trattasse di deludere altrui, fingeva addormentarsi. , addormentarsi! La coscienza d'un gran pericolo, e non solamente suo, lo scoteva in fiero soprassalto; acceleravano il battito le arterie: chi l'avesse esaminato, ne avrebbe scorto il viso pallido, scontrafatto come il cadavere d'uomo violentemente soffogato. Sentendosi mancar il respiro, si alzò: chiotto chiotto affacciossi ad un finestrone alto e stretto, s'abbracciò ad un'esile colonnina, posta a sorreggere due archetti acuminati che facevano il vôlto; e sporto il capo fra lo stipite e quella, stette osservando la cupa maest

Spazioso era il tinello, e potea fare un degno riscontro alla gran sala della corte. Il solaio era di grosse travi di quercia, disposte a cassettoni, leggiadramente intagliate; le pareti dipinte di grandi rose vermiglie sopra un fondo turchiniccio; le finestre alte e a sesto acuto, ma spartite, nel fondo della strombatura, da agili colonnette, sulle quali giravano due archetti a tutto sesto, e custodite dall’aria esterna con quadrelli di vetro colorato, insieme commessi e saldati da liste di piombo. Questa era gran novit

La Teresa Valdengo non pregava più. Con le mani intrecciate sulle ginocchia ella guardava intorno a , di sotto il velo abbassato. Dinanzi all'altare da cui il prete era sceso ardeva qualche candelabro, qualche fiammella solitaria tremolava nelle lampade massiccie d'argento pendenti dal sommo degli archetti. Gruppi di forestieri giravano qua e l