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A te venivo, o scogliera, nelle mie ore solitarie. Ricordo il sentieruzzo attraverso il terriccio delle rupi sfaldate, la scoscesa salita, il varco tra le due corna estreme, il varco dove giunge il rugghiare dell'onda e il diguazzarsi delle ondine flottanti. Dall'alto io contemplo il mare!

Parla anch'essa molto bene in italiano correggendo così il carattere tedesco dell'interno: quattro oleografie di Siglinde, Sigmund, Sigfrid e Drago, Ondine ecc., a tinte rosse, azzurre, verdi, violente, stonate, antipatiche. La signora Lucatich che versa in giro il caffè, ci minaccia colle sbrodolanti mammelle. Poi apre il pianoforte a coda.

Se Riccardo Wagner ti vedesse ora, riconoscerebbe il viso vivo d’una di quelle Figlie del Reno che nuotano nella sua musica. Giana. Voglinda? Flossilde? I nomi delle Ondine sembrano quasi fatti minacciosi dal suo riso tagliente. Bandino. Tutt’e tre. Mortella. E anche l’Oro. Giana. Addio, Mortella, a più tardi! Mortella. Nella vita nuova. Botta e risposta sembrano avere ancóra un tintinno d’armi.

Leggete com'egli descrive i grigi pennacchi dell'onda che vengono a incalzarsi, a sfioccarsi, e il suo gonfiare e suo colmo trasparente verdissimo e il concavo lenissimo e il fragore e il dibattersi delle ondine che sommuovono ciottoli, e i mille rivoletti che ridiscendono con troscie lucenti (vedi a pag. 158). La lingua, come sentite, si ripiega sotto l'urto dell'impressione e scattano fuori delle arditezze felici che piacquero di poi in libri meno significanti. Si avrebbe torto di volere in una prosa comune ciò che scoppia continuamente con impeto lirico, ciò che divaga nei mille capricci dell'ora, dell'estasi, della tristezza, dell'umorismo e si perde nelle azzurre profondit

¹ Silfidi spiriti dell'aria, Gnomi della terra, come le Ondine dell'acqua, e le Salamandre del fuoco. Mitologia cabalistica. Vedi Dizionario Infernale. «Rogierodisse Yole sollevando maestosamente il suo corpo, «sono parole queste, che un servo fedele possa favellare alla figlia del suo signore? Può la nepote della Imperatrice Gostanza convenientemente ascoltarle

Rammento i tuoi grigi pennacchi che venivano sulla varia superficie del mare, venivano incalzandosi e sfioccandosi: rammento il tuo gonfiare, il tuo colmo trasparente-verdiccio, e il concavo lenissimo: rammento la furia del voltolarti, la spuma bollente e il fragore del muggito, il torrente bianco che s'allargava sulla ghiaia, dibattendo le ondine, sommovendo i ciottoli, e i mille rivoletti che ridiscendevano con trosce lucenti, rigando la spiaggia a seconda del vento.

Le ondine facevano una spuma lenta e senza luci: le dicevi l'ultimo sorso sulle labbra di un voluttuosissimo ebbro. Se io fossi pescatore, mi sceglierei quella casetta tutta bianca che guarda il mare, vorrei quella barca impeciata che al sole luccica, come se fosse d'argento, andrei alla spiaggia, cantando la canzone gaia e spensierata. Spiaggia di Sestri.