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Sono inquietissima". Ripiega il foglietto e lo butta sul tavolino. Si alza, si avvicina al tavolino per riprendervi la lettera e vede la statuina spezzata. Chi ha rotto questo? Io. Scusa, dianzi, mi sono appoggiato e senza accorgermene.... Riprende la lettera, la scorre, rimane un momento pensieroso. Nicoletta sa con chi ti batti? Colpito, ma dissimulato. Non gliel'hai detto tu al telefono?

Rientrata nella sua camera scrive affrettatamente alcune righe, poi ripiega il foglio che ripone sul petto, e scende nella corte. L'affollarsi della gente che andava e veniva, l'allestirsi di cavalli, il sordo trambusto, e la confusione per dare e ricevere ordini non fece avvertire il nero spettro che, rasentando di volo le oscure pareti, scivola fuori le porte e si avvia per la citt

E' l'ala dell'esercito austriaco che si ripiega per difendere Vittorio Veneto. Accanita. Ora si aggiungono tre mitragliatrici che rallentano l'avanzata della nostra fanteria. Noi filiamo sulla strada, per girare al largo di questa estrema difesa, e giungere in Vittorio Veneto.

Ahimè!.... Superba Lirica, L'ali su te ripiega! Non gi

A tali asseveranze stettero paghi e lieti, ed io tirai diritto al passo. Il silenzio diventava di più in più profondo e solenne. Dopo breve tratto, dalla pendice di Pettorano la consolare piega a sinistra, traversa la gola, poi si ripiega a destra alle radici di Carpinone. Ivi mi percossero l'orecchio gemiti di moribondi, e la notte stellata consentivami appena di distinguere alcune masse brune sul fondo chiaro della strada. Smontai di sella e riconobbi che gli erano cadaveri e feriti, tragicamente mescolati insieme. Subito m'acquetai ricordando i caduti nel combattimento che sostenemmo per espugnare la pendice. Sperando che qualcuno di quei dolorosi potesse intendermi, li affidai che avrei mandato senza indugio a raccoglierli e medicarli. Veruno pronunciò sillaba, e l'ininterrotto rantolo dell'agonia fu la sola risposta che mi venne udita. Ma nel procedere sul mesto sentiero, la vista frequente di consimili masse brune funestò i sereni pensieri della vittoria, e mi assicurò che quello fu teatro d'altre e fiere lotte, mentre io all'avanguardia guadagnavo le colline d'Isernia. Quant'è grave il sonno sugli allori! dicevo sospirando meco medesimo. Affè di Dio, si direbbe che non ci fosse anima viva! Poveri diavoli, le fatiche della marcia, le ansie della battaglia li affranse. Solito effetto del primo fuoco. La sensazione del primo fuoco stanca più della marcia. Avevo ragione di obbiettare ai dubbî di Nullo sul loro valore, e Nullo si sentir