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Fortunatamente il pianoforte si smosse, percorse la sala come una locomotiva a vapore...e andò a piantare la coda nel vano del caminetto.

Stavo ancora seduto al pianoforte quando venne recato a Fulvia un biglietto d'una signora a cui io stesso l'avevo presentata, che la invitava a pranzare seco, ed aggiungeva che vi sarei anch'io, perchè mi aveva scritto in proposito.

Leonardo ascoltava estatico, e quando l'ultima nota si perdette, egli ancora ascoltava. Ti basta? chiese la bella. , non bisogna guastarmi la cara impressione; ogni pezzo di musica ha il suo linguaggio; bisogna ascoltarne attentamente uno e meditarvi su... Ernesta chiuse il pianoforte e venne presso al marito. Siedi, disse Leonardo provandosi a sorridere, obbedisci al tuo tiranno...

La contessina Berta, dal canto suo, aveva abbandonato il pianoforte, e bel bello, senza parere, si era accostata al crocchio del canapè di damasco. Dei matti! balbettava frattanto il signor sottoprefetto. , mio Dio; non lo sapevano? ribattè la contessa Beatrice.

A venticinque anni, nella mia condizione, il trovar un uomo come lui, che si accendeva sul serio per me e che mi offriva il suo nome, era, e lo capii, una fortuna, e una grande soddisfazione. Non lo amavo, ma provai per lui un grande affetto.... Serio, quasi solenne, e insieme pauroso. E dopo? Dopo? Adesso? Gli voglio molto bene. Siede al pianoforte. Un silenzio.

Nel salottino il pianoforte aperto e la musica squadernata sul leggìo, dei fiori freschi nei vasi, cangiato l'ordine dei mobili, ed Emma in veste da camera, che si adergeva sulla punta dei piedi per prendere una statuetta da un'étagère. Era un sogno quello? Emma in casa che lo attendeva... cioè i tre anni di assenza cancellati, cancellato quel doloroso giorno della separazione... che follie!

Bisogna che la Primavera scoppi nel pianoforte. Mi sento nel sangue, e anche voi, cari mutilati, vi sentite nel sangue una Primavera diabolica, mille primavere equatoriali. L'Africa mi divampa nelle gote e arroventa il mio mento! Se non fosse d'argento sarebbe gi

Così pure diceva, sul pianoforte in sordina, l’eterna Canzone del Missouri: Et j’eus souvent d’autres romans; j’ai connu d’autres baisers, trop vite epuisés...

Metilde pensierosa teneva gli occhi abbassati sul ventaglio chiuso nella destra, e batteva le stecche colle dita della sinistra, come sulla tastiera del pianoforte.

Davanti alla soglia della comune, fin dove li ha accompagnati, li licenzia, ricevendone l'inchino. Donna Matilde e il Dottore, via. Egli richiude la porta e si volta subito, cangiato. Buffoni! Buffoni! Buffoni! Un pianoforte di colori! Appena la toccavo: bianca, rossa, gialla, verde... E quell'altro l