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La fondazione dell'abbazia risale al tempo in cui l'eroica stirpe dei Goti dominava, con Teodorico, Roma e l'Italia, e ritardava con savie leggi, ancora per un mezzo secolo, il tramonto definitivo della civilt

Soddisfatta, come d'un terno al lotto se dopo una vergogna o una disfatta a lei tocchi lo scotto. E così gli risale dal fondo in cuore il sentimento religioso che gli amori, gli errori, la politica, vi avevano sommerso. Egli che ha ingiustamente quasi rinfacciato al Cristo: Ah, tu, è ver tu saprai La croce, o Gesù Cristo, ma la donna non mai!

Ma scende nel 980, e l'anno appresso viene a Roma; e spinto da Teofania muove a mezzodí, si frammette di nuovo a quelle guerre, vi prende parecchie cittá, fa gran battaglia contra greci e saracini; e vincitor prima, vinto poi, rifugge sconosciuto a una galea greca; è conosciuto, e ne scampa arditamente a nuoto . Quindi egli risale a Lombardia; ed indi e di tutto l'imperio stava facendo grandi apparecchi, a finire una volta quella lunga guerra, quando morí, giovane di grandi speranze, degno del padre . Succedegli Ottone III fanciullo di quattro anni, giá eletto in dieta a Verona re di Germania e d'Italia, e probabilmente imperatore.

Quindi s'apre la guerra; Genova e Pisa armano per Arrigo; questi scende, ed è incoronato in Roma da papa Celestino testé succeduto. Poi muove contro a Tancredi, ma è respinto e risale a Germania, componendo per via una delle molte guerre che giá ferveano di nuovo tra cittá e cittá e signori in Lombardia.

Non pare, infatti, che siano state esclusivamente religiose e morali le ragioni che hanno prodotto il disaccordo profondo fra Giuliano e gli Antiochesi. Ci fu anche un malinteso, o meglio, un disinganno di cui la colpa risale all’ignoranza delle leggi economiche che regnava sovrana ai tempi di Giuliano. Qui dobbiamo riconoscere che quella prudenza amministrativa e quel sicuro sentimento della realt

Lungo la valle del Calice, che è il braccio occidentale, s'inerpica la strada che mette in Piemonte, contornando il dorso del Settepani alla torre di Melogno. Lungo la valle dell'Aquila, che è il braccio orientale, risale un'altra via che mette in Monferrato, tagliando l'Appennino sotto il monte di San Giacomo. Il castello di Vezzi è a levante di questa via.

Nannarelli tentò anche un poema, in versi sciolti, che risale alla sua giovinezza: Guglielmo. Egli vi narra la storia d'un amore infelice, che egli afferma aver tolta fedelmente dal vero. Guglielmo, costretto per ragioni politiche a cercare un asilo nel laboratorio d'uno scultore in bronzo, s'innamora della figlia dell'artista; ne fa in bronzo una bella imagine; lo troviamo, anzi, intento a questo lavoro ch'è riuscito assai bene. L'autore non mantiene poi la promessa fatta in questo buon principio, poichè l'azione non si svolge convenientemente, giunge ad una logica conclusione. Che un giovine ami, senza esser corrisposto, una ragazza, può essere una infelicit

Accidenti! grida Pagiolin, il Sole si è spento! Lo prevedevo. A furia di coprirmelo con tutta questa nebbiaccia l'hanno soffocato! Nebbiaccia infame!... Macchè nebbia! Sono in un nuvolone di pioggia! Pagiolin scivola giù dieci metri poi risale nel grigio e nel nero. Accelera i colpi d'ala.

L'anno appresso passa per Toscana e si fa incoronare imperatore in Roma da papa Giovanni XIX; ed ivi terza baruffa tra romani e tedeschi. Tutto inutile. Scende a Benevento e Capua, e vi si fa riconoscere all'intorno, risale a Roma, a Ravenna, a Verona, a Germania, lasciando tranquilli i pavesi, a patto che riedifichino il palazzo.

Il sentiero, che dalle capanne dell'albergo mena alle casette bianche della zia Maddalena, scende per un tratto fino a una sorgente che gorgoglia tra i sassi all'ombra e risale un altro tratto fino al colmo della prateria, battuta dal chiaro tremulo della luna che faceva luccicar l'erba.