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Aggiornato: 9 maggio 2025


Il marchese disse all'imperatore: Sire, corre adagio tra i borghigiani, che non agisce da uomo prudente chi affronta il Taro in furore. Consiglio perciò vostr'altezza di arrestarsi alcun poco qui, fino a che la corrente non si abbassi. Il proverbio dice, l'interrompe il priore Guiberto, Che l'estrema unzione innanzi prenda Chi il Taro nel furor di guadar tenta.

Quando uscì dal cimitero, il sole s'era ritirato nel brusco tramonto, segnando una riga di fuoco giù, in lontananza, nel punto che il cielo pare si abbassi a congiungersi con il mare. Quella sera a cena, non prese cibo; le ripugnava; sentiva la testa pesa; un gran desiderio di riposo. Andò a letto che la sera non era ancora calata. Si tirò su a sedere, lasciò andare la testa sui guanciali.

Allora Lazzaro incominciò così: Un montanino verso questi mesi scese per certe sue faccende in Maremma. Baciata e ribaciata la famiglia, mette un pane in sacca, chè dell'acqua da ogni parte se ne trova, e vassi con Dio. Giunto come sarebbe a mezza strada, ecco una vocina fioca percuoterlo all'improvviso, che in doloroso guaio diceva: "Eccellenza! oh Eccellenza! per quanto amore porta ai suoi figliuoli, guardi di non pestarmi." Il montanino giusto in quel punto pensava ai suoi figliuoli, onde tutto sentendosi rimescolare dentro, rispose tosto: "Chi mi chiama? Che cosa volete da me?" E la vocina fioca continua: "Deh Eccellenza! abbassi gli occhi, e consideri una povera serpicina a qual misero stato si trova ridotta!" E il montanaro dechinato lo sguardo vede una serpicina intirizzita dal freddo, che tirava l'anima co' denti e non aveva balía di muoversi. "In carit

A questo chiamare v'invitoe la mia Veritá quando dixe: «Chiamate e saravi risposto; bussate e saravi aperto; chiedete e saravi dato». E cosí ti dico che Io voglio che tu facci: che tu non allenti mai el desiderio tuo di chiedere l'aiutorio mio; abbassi la voce tua di chiamare a me, ch'Io facci misericordia al mondo; ti ristare di bussare a la porta della mia Veritá, seguitando le vestigie sue; e dilèctati in croce con Lui, mangiando el cibo de l'anime per gloria e loda del nome mio.

E quei rende risposta in voce altiera Posatamente: io maneggiate ho l'armi Come convenne; or che mi campi o pera, Al gran voler di Dio debbo quetarmi; Ma che da Rodi servitù fiera Io facessi lontana ho da vantarmi; Quivi acciò si riposi, e gli occhi abbassi Folco il saluta, indi moveva i passi.

La scorta del Ben-Auda ci voltò le spalle e disparve; l'ambasciata guadò il fiume e si trovò circondata dalla scorta nuova. Bu-Bekr-ben-el Abbassi strinse vivamente la mano all'ambasciatore, fece un saluto amichevole al Ducali, suo antico compagno di scuola, e diede il benvenuto a tutti gli altri con un gesto pieno di maest

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