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Che lei non conosca, o signore, il Canzoniere non mi meraviglio punto, ma però se vuole accettare un buon consiglio si scopra il capo in segno di devoto rispetto tutte le volte che sente nominare questo libro.

L'erudizione, secondo la moda del secolo, venne a mischiarsi tanto con la poesia del De Mena, ch'egli, somigliante in ciò al Santillana ed agli altri, intarsiava ogni tratto, anche nelle canzoni amorose, allusioni e concetti eruditi; per modo che, parlando della passione d'amore, pareva che non l'avesse sentita mai. Ed aveva pur letto e riletto il Canzoniere del Petrarca!

Pensate un po', infatti, al tipo del letterato italiano, quale, delineatosi fin dagli albori della nostra vita nazionale, s'è poi mantenuto sino agli ultimi tempi. Dante scrive trattati teorici di letteratura, di lingua, di politica e di scienze, e compone la Vita Nuova, il Canzoniere e la Divina Commedia. Il Boccaccio si sprofonda nella piú minuta e riposta erudizione, e dalla vita piú libera e godereccia toglie i colori pel suo libro immortale. Petrarca è padre dell'umanesimo, veglia le notti a decifrare codici, scrive lettere e libri e un poema in latino; e la piú sottile e viva psicologia, il piú raffinato sentimento musicale ispirano le rime d'amore a cui deve la sua fama perenne. Poliziano inizia la filologia, usa come lingue native il latino e il greco; ma gli studî e le cure minute non ottundono la sua sensibilit

E veramente l’amore, e l’amor di Selvaggia (e ben ce lo attesta il suo Canzoniere) gl’ispirarono i versi, e quel dolce stil nuovo che differenzia i poeti dai trovatori. Perchè, per quanto i menestrelli e i trovatori siciliani alla Corte di Federigo a Palermo, (e si aggiunga pure i molti che vi convenivano di Toscana, dove eran gi

Gentili composizioni che richiamano strettamente le Pastorelle di Provenza e di Francia, vantano ancora gli antichi poeti d'arte portoghesi: due, per esempio, s'incontrano nel canzoniere del re don Dionigi molto affettuose e delicate, in particolar modo quella che comincia:

Nella regione alpestre od alpina si ode forse qualche strappo di canzone in quei rari seni della valle dove cresce la vite e matura l’uva, o su in alto nei pascoli, ma quelle poche note hanno l’aria stentata e intirizzita di una pianta esotica che si voglia far crescere in terreno non propizio. Il canzoniere alpino è tutto invernale ed è curioso, caratteristico, ricco di colore e di poesia. L’estate fra i monti ha troppe fatiche e troppi pericoli. Tutte le opere agresti vi sono tali da anticipare al colono una vecchiaia spesso acciaccosa. Chi possiede, ha per lo più quel poco avere sminuzzato in altrettanti poderetti lunghi e larghi talora come l’ombra che manda il corpo del padrone nell’ora del tramonto: ed è gente di bassa statura. Tali poderetti sono disseminati qua e l

Nella montagna, per quante ricerche si sien fatte, nissun canto popolare nissuna leggenda è rimasta di questa gentile. Però fra i montanini della Sambuca pochi son quelli che non dicano che su nella rocca fu sepolta madonna Selvaggia. La stessa mancanza di tradizioni popolari si riscontra per messer Cino: benchè egli nel suo Canzoniere, lo stesso Petrarca e tutti i cronachisti pistoiesi attestino del suo amore per essa. Solo a ponente del diruto castello di Vergiole, ora villa d’un privato, è una rada querceta che ancora serba il nome di

Una sera, che ci fece la stampita più lunga, figúrati che ci sciorinò tutto il canzoniere della Bella Mano. Tu non lo conosci, il canzoniere di Giusto de' Conti da Valmontone, tutto inteso a celebrare la mano della sua bella? Lo conosco io, pur troppo, e me ne dolgono ancora gli orecchi. Maledetto biondino!

A narrarne la fortissima doglia non bastando noi stessi, ci soccorre per ventura messer Cino medesimo; e perchè meglio non potremmo porgerne idea, faremo di riportare il Sonetto, ch’ei ne lasciava nel suo Canzoniere, in morte di lei; dov’egli ricorda quel suo doloroso passaggio, e quell’estremo ufficio d’amore.

Ma adagio però e con prudenza. E Nicodemo con quella fiducia in stesso che hanno tutti gli sciocchi salì nella cameretta di Erminia. La bella giovinetta sempre sofferente stava seduta al tavolino beandosi nella lettura di quei versi soavissimi che Petrarca scrisse nel suo Canzoniere.