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Afferrò le marionette, salì sullo sgabello, fece lo zufolo d'uso col suo piccolo fischietto e cominciò ad improvvisare una mattezza a screpolare la pelle dal ridere, sul suo ritorno, sulle sue scene con la polizia romana, su i suoi riboboli in napoletano che i romani avevano capito di traverso, in una parola, un'odissea scompigliata, fantastica, buffa, saltabeccante, libera, che contorse le costole degli spettatori per due ore.

La pianura s'è mutata in un oceano vasto di bruma vellutata e intirizzita di mistero, eppure il mio treno vi si tuffa con mollezza irresistibile... stupito di fracassare ad ogni istante il colossale tamburo di un invisibile ponte levatoio... Sono allora singhiozzi di bronzo e rimbalzi d'artiglierie gettate giù dai bastioni, in un fossato... Troppo tardi!... Vedete, il mio treno è impazzito!... Calmate, se potete, l'atroce frenesia, i battiti del suo gran cuore arroventato e i rantoli bollenti della sua caldaia, e il suo soffio possente che guaisce e si lagna bagnando gli echi delicatamente d'un miagolìo nostalgico di zufolo!...

Come fu giunto sotto Soziglia, dove il canale si piega leggermente verso gli Orefici, si fermò, trasse fuori uno zufolo e mise un fischio sottile, ripetuto tre volte. Tre fischi gli risposero tosto; uditi i quali, il Guercio si rimise la via tra le gambe.

La tavola fu preparata sotto un verde pergolato di zucche. Isidoro Giambelli ispirato dal vin d'Asti mangiò, cantò, zufolò delle arie napoletane accompagnato dalla chitarra della suocera mima o dagli sgambetti del buffo. Era un vero teatro!

Nancy e Valeria scambiarono uno sguardo incerto. Poi risolvettero di affidarsi a Nino. Tanto, Nino non si sarebbe servito del sistema, lo avrebbe rivelato ad altri. Inoltre il sistema aveva un difetto... Da dove scrive? ripetè Nino. Da Montecarlo, dissero all'unisono Valeria e Nancy. Nino strinse le labbra come se stesse per zufolare. E poi non zufolò.

Otto giorni dopo, sul far della sera, attorno alla casipola del Daino pascolava ancora una mandria di pecore; il pecoraio, seduto sur un sasso, e col bastone tra le gambe, provava con lo zufolo una polca che aveva sentito sonare, nell'ultima festa, alla banda del suo paese. E chi sa quanto ancora sarebbe restato , curvo, con gli occhi intenti, dimentico dell'ora e di stesso, se un ragazzetto non fosse venuto, a nome del Ciulla, ad avvertirlo ch'era gi

Bene, bene esclamò il marito della signora ecco il canarino che comincia a dirci qualcosa. E ogni volta che si trovava nel tinello a lavarsi la faccia, gli faceva lo zufolo col tovagliolo fra mani. La casa dalla quale era sloggiato era scura e silenziosa.

Alcuni romori salivan dal paese: il grido di qualche rivendugliolo, lo schioccar delle fruste, il lamentio d'uno zufolo stonato; così fievoli tutti, vaganti nel grande spazio, che la lontananza pareva maggiore.