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Aggiornato: 16 maggio 2025


Del resto, non seggioloni, non tende, non tappeti, non specchi, non orologi, non candelabri: in mezzo del salone, al posto della lumiera, una gabbia con un canarino che non cantava più. Erano degli avanzi che ornavano una tomba! Bambina si sentiva soffocata; Don Diego, rotto e schiacciato.

La primavera sospirava più forte con gli spasimi dei fiori, col susurro delle piante in amore, e nell'aria salivano odori soavissimi e freschi soffi di zeffiri. In una bella giornata profumata si svegliò il canarino a un pispiglio sommesso. Una passera aveva fatto il nido di rimpetto.

N'ebbe singhiozzi di rimpianti e di desideri che gli rompevano il canto nella gola. E gli cominciarono a cadere le penne. Una si posò sul davanzale della finestra e un colombo se la venne a pigliare. Oh! dite, amico gli chiese il canarino dalla sua gabbia siete di questi paraggi voi? Vi pare? rispose il colombo Gli è qui che son nato. Guardate laggiù accosto alla grondaia.

Il sole, immaginoso pittore, si diverte a raddoppiare il rosso, il verde, il viola, lo scarlatto, il giallo canarino di quelle donne agili, rozze, quasi selvagge figlie del Meduna, sorelle di quelle acque selvagge e capricciose; ma felici di tradirle per salvare i forti motori metallici, aggressivi che le hanno innamorate.

Ben potevo cantare a becco aperto accanto al mio bicchierino colmo di miglio e bere, e bagnarmi la sera nell'acqua stagnante d'una tazzina, al pari d'un canarino!... Che dici?... Le donne? E che mai importava ch'io mi curassi del loro fermento carnale e dei loro seni spalmati di droghe, poichè l'anima mia gode poco, oh! niente, quasi, tra le loro braccia?...

Le finestre non davano sulla strada, riuscivano in un cortile abbandonato, dominio di terribili pipistrelli, qualcuno de' quali perfino veniva a sbatter l'ali intorno alla gabbiuzza, dove il povero canarino tremava di terrore.

C'era una luna bianca che faceva capolino di su il belvedere delle monache. Buona sera disse il colombo come state? Sentite che bell'aria fresca? Ahimè! disse il canarino se sapeste, amico mio! Da tempo in qua sono colto da tale tristezza che a momenti mi pare di morire. Mi spoglio ogni giorno più e mi pigliano brividi di freddo, ed anche provo una grande debolezza. Come mai questo, caro amico?

Or, sopra uno di questi carretti scricchianti, tra molte scatole da cappelli e un mucchio di cuscini, viaggiava una gabbietta. Dentro alla gabbietta c'era un canarino giallo. Le suppellettili mutavan posto: alla casa nuova la gabbiuzza fu appesa nel tinello che dava in un giardino. Di rimpetto, dietro certe grate fitte, si vedevano confusamente soggoli biancheggianti: c'era un antico monastero.

Lo chiamò allora due volte. Zizì! ! ! !... Quello rispose allegramente: ! ! Poi vi fu un silenzio. La serva aveva portata via la gabbia; il povero canarino, disilluso, ricadde in malinconia e non avendo a far altro si rimise a contemplare i muri del cortile.

Ma l'ardito Rocco, usando l'accortezza del gatto, camminava sugli obbliqui fianchi dei tetti, fin quasi al margine delle gronde, e arrampicandosi grado grado a' fumajuoli, di soppiatto seguiva lo svolazzar del canarino or su questo or su quel comignolo.

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